Fisco e contabilità

Province e Città, il caso Roma blocca l’accordo sui fondi per la gestione 2022-24

Ieri la Conferenza Stat0-Città non ha approvato l'accordo che vale 310 milioni

di Gianni Trovati

Il futuro può essere roseo, ma bisogna arrivarci. E per Province e Città metropolitane non è facile. Ieri la Conferenza Stat0-Città ha approvato i decreti con cui il ministero delle Infrastrutture distribuisce 2,8 miliardi per la manutenzione di strade, ponti e viadotti (anticipato sul NT+ Enti locali & edilizia di ieri). Ma l’accordo non è arrivato su un altro provvedimento: che vale 310 milioni, ma riguarda il 2022-24 mentre le risorse per le infrastrutture sono nei calendari del 2024-2029.

I 310 milioni avviano il fondone messo in piedi dall’ultima legge di bilancio, che sale fino ai 600 milioni all’anno dal 2031 e finanzia le funzioni fondamentali di questi enti. Nei loro conti, schiacciati dalla cura che avrebbe dovuto portare all’abolizione delle Province fermata dal «no» al referendum del 2016, c’è però un disavanzo da 1,14 miliardi. Di qui lo stop, mentre gli amministratori ingrossano la fila di chi attende altri fondi dal nuovo giro di decreti anti-crisi. Ma lo stop ha diviso la politica locale. Le Province hanno dato il via libera, che servirebbe ad avviare anche in questi enti il meccanismo dei fabbisogni standard disegnato dalla legge di bilancio del governo Conte-2.

Hanno invece negato l’ok le Città metropolitane, soprattutto per il problema di Roma che denuncia uno squilibrio da 70-80 milioni. Il caso, racconta chi c’era, ha acceso scintille in conferenza fra Laura Castelli, viceministra al Mef e regista dell’operazione fabbisogni standard, e Roberto Gualtieri, che da ministro dell’Economia del Conte-2 ha avviato la riforma ma ora da sindaco metropolitano di Roma vede i soldi mancare. In realtà, un conto è il principio dei fabbisogni standard e altro conto è la sua traduzione numerica. Ma ora il pianto dei bilanci rischia di bloccare entrambi.

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