Appalti

Delega appalti verso il voto finale, oggi sì agli emendamenti

In commissione la diciassettesima modifica: parere sul nuovo codice dalla Conferenza unificata. La relatrice Mazzetti: priorità alla semplificazione, forze politiche compatte

di Giorgio Santilli

L'Aula della Camera ha avviato ieri l'esame del disegno di legge delega per la riforma del codice degli appalti. Probabilmente già oggi si concluderanno le votazioni sui 17 emendamenti approvati in commissione Ambiente e si procederà al voto finale. Il Ddl dovrà poi andare al Senato per la terza lettura, che dovrebbe avvenire nei primi quindici giorni di giugno. Comunque in tempo per rispettare il termine del 30 giugno previsto dal Pnrr. Sempre il Pnrr prevede poi il 31 marzo 2023 per l'approvazione del nuovo codice e il 30 giugno 2023 per tutti gli altri provvedimenti di livello secondario, a partire dal regolamento previsto dalla legge delega. In questo modo si dovrebbe chiudere con una lunga fase di instabilità e incertezza seguita all'approvazione del codice del 2016 e dovuta alle continue modifiche apportare al codice e alla larghissima inattuazione dei provvedimenti secondari.

A svolgere la relazione in Aula è stata ieri Erica Mazzetti (Forza Italia) anche a nome dell'altra relatrice, Chiara Braga (Pd). Mazzetti ha insistito in particolare sulla necessità di «semplificare e razionalizzare le norme» e ha sottolineato la larghissima convergenza fra le forze politiche in questa direzione. Fra le novità introdotte dalla commissione le maggiori tutele per le piccole e medie imprese nelle gare di appalto, il rafforzamento dell'obbligo di «clausola sociale» nel bando di gara, un argine al ridimensionamento dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), in corso da tre anni, con l'approvazione di un emendamento che ne rafforza «le funzioni di vigilanza sul settore e di supporto alle stazioni appaltanti». Un emendamento ulteriore, il diciassettesimo, approvato poco prima dell'arrivo in Aula del Ddl prevede che il governo debba acquisire il parere della Conferenza unificata sul testo del codice appalti.

Sul fronte dei professionisti, è entrato nel testo il divieto di prestazione gratuita delle attività professionali, «salvo che in casi eccezionali e previa adeguata motivazione». Questa norma è stata però letta polemicamente dalla presidente del Colap, Emiliana Alessandrucci. «Mentre al Senato si cerca di trovare una quadra sul Ddl equo compenso - ha detto - alla Camera si apre alle prestazioni professionali gratuite in casi eccezionali e previa adeguata motivazione. Ma chi decide quali siano questi casi eccezionali? La pubblica amministrazione ha già dimostrato in passato quanto sia incline ai bandi a titolo gratuito».

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