Amministratori

Nelle partecipate amministratori gratis: il 57% degli incarichi è senza indennità

I posti distribuiti sono 16.930, divisi fra 13.986 persone: solo il 28% è donna

di Stefano Pozzoli

Nel nuovo Rapporto Mef sulle partecipate colpisce l’analisi sul numero degli amministratori nominati dalle Pa e sui loro compensi.

I numeri smentiscono la consolidata teoria del “poltronificio”. Su quasi 11 mila Pa censite, solo il 20% dichiara di aver conferito incarichi a propri rappresentanti negli organi di governo di società e altri enti, partecipati e non partecipati, mentre l’altro 80% afferma di non aver individuato componenti né del cda né nel collegio sindacale. Ovviamente questo 80% è fatto prevalentemente di piccoli enti, ma vi figurano anche Comuni di oltre 100mila abitanti. Tanto basta a rappresentare una realtà molto diversa da quella della corsa a partecipare a società per piazzare Tizio o Caio.

Il numero di incarichi è comunque importante. Ne risultano conferiti 16.930, per un totale di 13.986 rappresentanti (vi è chi, ovviamente, ha più di un incarico), di cui 10.027 uomini (72%) e 3.959 donne. Colpisce anche il numero di incarichi gratuiti. Sono la maggioranza delle nomine, (57%) rispetto a quelle retribuite (43%). Fenomeno che non riguarda solo le partecipazioni degli enti locali.

Come era facile prevedere, gli incarichi svolti nelle società sono prevalentemente remunerati (66%), soprattutto nelle Spa (80%), mentre quelli presso soggetti non aventi forma societaria sono in gran parte a titolo gratuito (79%). La prevalenza degli incarichi gratuiti è tra i membri dell’organo amministrativo senza deleghe (76%), mentre hanno normalmente un compenso i presidenti del cda (92%), gli amministratori delegati (83%), i membri dell’organo di controllo (78%) o il sindaco unico (83%).

Viene da interrogarsi su quali siano le ragioni dell’assenza di compensi per incarichi comunque di responsabilità. Sulla gratuità incide il divieto di dare compensi a ex dipendenti pubblici e privati imposto dall’articolo 5, comma 9 del Dl 95/2012. L’impressione però, ferma l’iniquità di non dare un compenso a chi è in pensione, è che non sempre si comprenda l’importanza di avere un organo di amministrazione sufficientemente consapevole e responsabilizzato.

Il Mef purtroppo non produce dati sulla congruità dei compensi. Ma i numeri mostrano la necessità di tornare sulle indennità degli amministratori delle società, anche per dare una risposta chiara a un approccio che svaluta il ruolo delle società pubbliche. Da troppo tempo si attende l'approvazione del regolamento sulle indennità previsto dall’articolo 11, comma 6 del Tusp, per superare l’irragionevole cristallizzazione ai valori del 2013.

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