Il CommentoFisco e contabilità

Pnrr, servono strumenti di controllo di gestione anche nei piccoli Comuni

di Alberto Scheda

Da mesi tutti i documenti, le analisi e le considerazioni sull'uso del fondi del Pnrr da parte dei Comuni sono concordi su un tema. Sarà strategico disporre di strumenti di programmazione e controllo della spesa, di monitoraggio degli indicatori di stato di avanzamento dei progetti, di analisi e rendicontazione della spesa. Anche il recente Ddl Concorrenza approvato di recente dal Consiglio dei ministri accentua la necessità di verificare attraverso indicatori di qualità dei servizi offerti il ricorso all' in house (si veda NT+ Enti locali & edilizia del 12 novembre). Non ultimo i profili di cui necessiteranno maggiormente gli enti locali, come evidenziato dal Dl Reclutamento e dagli altri recenti bandi emessi dai ministeri competenti, sono proprio quelli di esperti in project management, in rendicontazione e controllo.

A fronte di questa impellente necessità, che sottolinea una carenza storica dei Comuni, si innesta un corto circuito che rischia di penalizzare gli enti stessi. Infatti il Ddl di modifica al Dlgs 267/2000 che potrebbe approdare all'Aula della Camera dalla prossima settimana, allo scopo di semplificare le attività dei piccoli Comuni, cancella tutti gli adempimenti del controllo di gestione, aggiungendo all'articolo 196, comma 1 il periodo «ad esclusione dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti». I Comuni con popolazione inferiore a questa soglia sono quasi il 70% degli enti, cioè la maggioranza. La contraddizione fra necessità di attivare funzioni di controllo di gestione e l'eliminazione dell'obbligo di queste mansioni è abnorme.

Certo nessuno mette in discussione la necessità di eliminare e semplificare tanti degli obblighi in capo ai piccoli Comuni, dalla trasparenza alle mille rilevazioni richieste da ogni ministero. Ma eliminare proprio queste attività appare controproducente. Certo ad oggi non si può dire che "l'obbligatorietà" del controllo di gestione abbia preoccupato i comuni. Il servizio controllo di gestione esiste solo nei comuni molto grandi, capoluoghi o simili, e a volte neanche li. Non a caso la Corte dei conti nel suo referto annuale sui controlli interni (che comunque si effettua solo sui comuni sopra i 15.000 abitanti) rileva quanto sia poco diffusa la contabilità analitica o il fatto che proprio gli indicatori di impatto socioeconomico siano i meno utilizzati dai comuni (deliberazione Corte dei conti, sezione Autonomie n. 33/2019). Recentemente molte altre rilevazioni hanno rimarcato come queste carenze siano problematiche nel miglioramento dell'attività amministrativa. Ad esempio la delibera 14/2021 della Corte dei conti Sezione Autonomie "Prime analisi sulla qualità della spesa dei comunI" avvia un'analisi proprio su indicatori di qualità della spesa evidenziando la necessità di strumenti di verifica non solo dell'efficienza ma anche dei risultati e degli impatti su tutte le dimensioni di comuni.

Una strada alternativa potrebbe essere quella di svolgere il controllo di gestione in forma associata. In questa direzione la Legge Delrio (Legge 7 aprile 2014 n. 56) al comma 110 prevede «Le seguenti attività possono essere svolte dalle unioni di comuni in forma associata anche per i comuni .. controllo di gestione». E in effetti in alcune esperienze di rilievo, ad esempio in Emilia-Romagna, sono proprio le Unioni che hanno attivato questo servizio anche a favore dei comuni più piccoli aderenti.

Del resto tutto il sistema della finanza locale passerà da trasferimenti storici a risorse erogate in base ai fabbisogni standard e in futuro in base ai Lep, prova ne sono i recenti trasferimenti sui servizi sociali e quelli del 2022 sui nidi. Tutt'ora anche i piccoli Comuni sono obbligati a rilevare nei questionari SOSE gli indicatori e i costi unitari delle funzioni fondamentali in base ai quali è erogato il Fondo di solidarietà comunale. E come si possono rilevare tutti questi dati e valutarne gli effetti senza un sistema di controllo di gestione?

Per la prima volta dopo un decennio si avvia una stagione nuova per i comuni passando dalla logica della spending-review alla capacità di realizzare servizi di qualità. Questa sfida può essere vinta solo se finalmente i comuni si doteranno di strumenti e competenze legate al controllo di gestione.