Appalti

Infrastrutture a rischio/1. Monitoraggio del Mit su strade e dighe di rilevanza statale

di Alessandro Arona

Il Ministero delle Infrastrutture ha avviato ieri, con una lettera del nuovo capo Dipartimento Infrastrutture Assunta Luisa Perrotti, il «monitoraggio dello stato di conservazione e manutenzione delle opere viarie e dighe» annunciato il giorno prima dall'ufficio stampa del Ministro Danilo Toninelli. Un monitoraggio in tempi stettissimi, con gli enti gestori di strade, autostrade e dighe che dovranno inviare entro il 1° settembre segnalazioni circa «gli interventi necessari a rimuovere condizioni di rischio da essi riscontrate»,«corredando le relative segnalazioni di adeguate attestazioni tecniche e indicazioni di priorità» circa gli interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza da effettuare.

Dunque, in 10 giorni lavorativi a fine agosto: monitoraggio a tappeto sullo stato delle infrastrutture da parte di ogni gestore, con rilievi tecnici; individuazione interventi necessari e indicazioni di priorità.

Il comunicato di giovedì parlava di «tutti gli enti e soggetti gestori di strade, autostrade e dighe», e questo ha messo ieri apprensione l'Upi, Unione province italiane, che gestisce circa 130mila km di strade, con 30mila ponti e viadotti: dal 2010 a oggi - spiegano - il personale delle Province è stato ridotto da 43mila a 20mila unità, e le risorse per le strade (manutenzione ordinaria e straordinaria, e investimenti) si è ridotto da 1,2 miliardi all'anno agli attuali 700 milioni. «Impensabile - ammettono - fare un monitoraggio tecnico in 10 giorni a fine agosto».

La lettera del Ministero, però, chiarisce che il monioraggio riguarderà solo le infrastrutture «che ricadono nella competenza» delle direzioni ministeriali sulle strade, autostrade e dighe.

Dunque, su 182.976 chilometri di strade italiane (escluse quelle comunali), il monitoraggio d'urgenza sarà su 6.023 km di autostrade gestire dalle società concessionarie private, au 1.294 km di autostrade e raccordi autostradali gestiti dall'Anas, su 25.523 km di strade e somplanari sempre dell'Anas (società statale, Gruppo Fs), e per quanto riguarda le dighe sulle 55 "grandi dighe" di diretta vigilanza del Ministero.

Sulle Province, comunque, dopo anni di tagli ai fondi, l'ultima legge di Bilancio ha stanziato 1,6 miliardi di euro per interventi di siurezza e manutenzioni, fondi assegnati con decreto Delrio andato in Gazzetta a maggio, ma si tratta probabilmente solo di un primo passo. L'Upi ne parlerà con Toninelli a inizio settembre. Nella rete stradale di Province, città metropolitane e Regioni ci sono circa 35mila ponti e viadotti, in quella Anas solo 13mila, in quella delle autostrade 1.622 (lunghi più di 100 metri).

Tornando comunque al monitoraggio da fare entro il 1° settembre, l'Anas fa sapere di essere pronta a rispondere puntualmente. Dopo i crolli degli anni scorsi l'Anas - fa sapere la società strade - «ha completamente ristrutturato e standardizzato tutta la filiera delle ispezioni e certificato i suoi ispettori», che sono una squadra di 110 tecnici esperti certificati. Dall'inizio di quest'anno, in particolare, questa struttura dell'Anas ha effettuato 26mila ispezioni su tutti i 13mila ponti, viadotti e cavalcavia, decidendo la chiusura di 6-7 strutture a rischio, tra cui le più note sono il viadotto Akragas ad Agrigento, il viadotto Himera sempre in Sicilia (in ricostruzione) e il Ponte Celio in Calabria. L'Anas sta anche realizzando un «piano di monitoraggio elettronico» di ponti e viadotti, tramite sensori installati sulle opere e dunque costante monitoraggio centralizzato delle situazione. Sono in corso le prime sperimentazioni e le gare d'appalto per installare le tecnologie.

Le dighe di competenza statale ("grandi dighe", invasi sopra un milione di mc di acqua) sono invece 533, di cui 382 in esercizio, gestite da grandi e piccole società dell'energia, utility locali, consorzi di bonifica. L'età media delle dighe italiane è di circa 62 anni, ancora superiore a quella dei ponti autostradali, e già nel 2013 il Ministero aveva individuato 100 dighe (ad utilizzazione irrigua o potabile) con urgente necessità di interventi; le risorse stanziate nel 2017 per questo scopo ammontano a 468 milioni di euro, con interventi ancora da avviare.

I numeri sulle strade e autostrade

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