Urbanistica

Superbonus, crediti numerati e rispetto dei contratti: così cambia il 110%

Da maggio diventano operative nuove misure antifrodi già varate da tempo. In settimana cambierà il calendario per le villette: più tempo per raggiungere il 30% dei lavori

di Giuseppe Latour

Un codice identificativo che individuerà i crediti fiscali, in chiave antifrode. Il divieto di vendite frazionate. E, ancora, l'obbligo di indicare in fatture e contratti (per cantieri sopra i 70mila euro) che le opere sono eseguite da imprese che applicano il Ccnl dell'edilizia. Senza dimenticare che il prossimo 29 aprile si chiude per i privati la finestra per la comunicazione di opzioni per la cessione e lo sconto relativi a lavori del 2021. E che, sempre la prossima settimana, è attesa l'approvazione del decreto Aiuti, nel quale dovrebbe arrivare l'attesissima proroga per le abitazioni unifamiliari, dal 30 giugno al 30 settembre.Si apre nei prossimi giorni un periodo, lungo più o meno un mese, destinato a cambiare i connotati del 110% e di tutto il sistema di regole collegato ai bonus edilizi. Tra scadenze già fissate e rinvii che prenderanno forma a breve, il sistema inaugurato nel 2020 (e sottoposto nel frattempo a innumerevoli modifiche) sta per subire un tagliando robusto.La scadenza del 29 aprile (che deve tener conto dei cinque giorni lavorativi necessari alle Entrate per acquisire la comunicazione Enea) chiude ufficialmente la corsa dei privati alle cessioni di crediti collegati a lavori 2021.

E segna la fine del meccanismo di cessione per come lo abbiamo conosciuto finora. Anche perché, nel frattempo, prenderà definitivamente forma anche la quarta cessione dei crediti (si veda anche l'articolo in basso). Un paio di giorni dopo, il primo maggio, entrerà in vigore un cambio fondamentale, pensato per rafforzare i presìdi antifrode: a partire da quella data, i crediti ceduti non potranno essere più spacchettati. Cioè, non potranno più essere oggetto di cessioni parziali. Sempre da quel giorno, a ogni credito verrà attribuito un codice identificativo, da indicare nelle comunicazioni di cessione e sconto: servirà a ricostruire più facilmente il percorso che ha seguito quel bonus. Queste due misure, combinate tra loro, renderanno molto più difficile far perdere le tracce della moneta fiscale, attraverso gli acquisti e le vendite successive. Un ulteriore rafforzamento delle misure di prevenzione arriverà il 28 maggio. Per i lavori edili effettuati a partire da questa data e di importo superiore ai 70mila euro, infatti, le agevolazioni saranno concesse solo se nelle fatture e nei contratti sarà indicato che le opere sono eseguite da imprese che applicano il Ccnl dell'edilizia. Per la prima volta, così, si stabilisce un collegamento tra bonus e applicazione dei contratti collettivi.

Questo adempimento diventa essenziale per l'apposizione del visto di conformità. L'ultimo tassello, sicuramente il più atteso, riguarda le abitazioni unifamiliari e deve ancora essere cristallizzato in un provvedimento: l'ipotesi è che in settimana atterri nel prossimo decreto Aiuti. La sostanza, però, è che giorno dopo giorno tra Governo e maggioranza parlamentare appare sempre più solido un compromesso. Prima è stato inserito all'interno di un ordine del giorno e, poi, nella risoluzione sul Def che ha richiesto di «prorogare il termine attualmente previsto» per le unifamiliari. Al momento, infatti, queste unità devono attestare entro il 30 giugno l'effettuazione di almeno il 30% dei lavori per poter usufruire del 110% fino alla fine del 2022. La proroga allo studio dovrebbe arrivare fino al 30 settembre, dando tre mesi in più per raggiungere il requisito del 30% e, poi, chiudere i lavori entro dicembre. Nello stesso pacchetto arriverà anche una norma interpretativa sul 30%: spiegherà che il calcolo deve essere riferito al complesso dei lavori e non ai singoli interventi, chiarendo un dubbio di molti operatori.

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