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A Iren la gara per la rete idrica di Reggio Emilia

Provincia che comprende 41 Comuni (Toano escluso) per più di 500mila abitanti serviti

di R.I.T.

Il gruppo Iren, tramite la controllata Ireti, si è aggiudicato la gara per la selezione del socio privato di Arca (Azienda reggiana per la cura dell’acqua), società mista che si occuperà della gestione del Servizio idrico integrato (Sii) nella Provincia di Reggio Emilia che comprende 41 Comuni (Toano escluso) per più di 500 mila abitanti serviti, come determinato da Atersir, l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e Rifiuti.

Il Consiglio d’Ambito, si legge in una nota diffusa ieri, aveva deliberato infatti che l’affidamento della gestione del Servizio idrico integrato fosse attribuito ad una società a partecipazione mista pubblica e privata, con socio privato industriale scelto mediante procedura competitiva ad evidenza pubblica. La società mista Arca srl sarà titolare della concessione del Servizio idrico integrato per la provincia di Reggio Emilia, a partire prevedibilmente dal primo gennaio 2024 e avrà durata di 17 anni.

Il valore stimato del Servizio idrico integrato oggetto di affidamento è di 1 miliardo e 255 milioni di euro. Ireti nel proprio piano prevede importanti investimenti sulle reti e gli impianti del ciclo idrico integrato finalizzati principalmente a ridurre le perdite idriche, oggi pari a circa il 23% (molto inferiori rispetto alla media nazionale del 40%), e la riduzione dei consumi energetici. Inoltre, il piano include la ristrutturazione, il potenziamento e la nuova realizzazione di opere e impianti della rete fognaria e manutenzione ordinaria dei depuratori. «Siamo soddisfatti dell’esito della gara», ha dichiarato l’ad e dg di Iren Gianni Vittorio Armani. Il manager ha aggiunto: «rappresenta una ulteriore conferma dell’impegno di Iren sul territorio emiliano. La gestione del servizio idrico integrato di Reggio Emilia già oggi è un esempio di eccellenza a livello nazionale e ci impegneremo a ridurre ulteriormente le perdite di rete scendendo fino al 15% entro il 2030, favorire il riutilizzo e l’uso consapevole della risorsa, così da fornire risposte concrete ai sempre più attuali problemi di scarsità d’acqua».

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