Fisco e contabilità

Manovra, oggi voto finale al Senato

Atteso in mattinata il via libera con la fiducia alla legge di Bilancio

di Barbara Fiammeri

Tutto secondo programma o quasi. Probabilmente Giorgia Meloni avrebbe preferito affrontare la sua prima conferenza stampa di fine anno con la manovra già approvata. Invece il via libera definitivo del Senato alla legge di Bilancio arriverà in contemporanea con il consuero incontro organizzato dall’Ordine dei giornalisti e dalla Stampa parlamentare con il presidente del Consiglio. Il testo, identico a quello votato a Montecitorio, arriverà anche questa volta con un voto di fiducia che il Governo ha chiesto ufficialmente ieri pomeriggio. L'opposizione ovviamente insorge. L’ex ministra Mariastella Gelmini oggi portavoce di Azione attacca la maggioranza che «ha ridotto il Senato a mero passacarte». Ma è la stessa accusa che giusto un anno fa muoveva Giorgia Meloni al precedente governo e ancor prima all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto dall’asse M5s-Pd: «Le polemiche delle opposizioni sono infondate e pretestuose, perché abbiamo dato più spazio al dibattito parlamentare di quanto era stato dato due anni fa, quando l’allora governo aveva avuto sei mesi di tempo per preparare la manovra», è la reazione di Lucio Malan, capogruppo al Senato di Fdi.

Meloni oggi certamente rivendicherà il risultato mettendo ancora una volta l’accento sia sullo scarso tempo a disposizione, visto che il governo è nato «solo due mesi fa», sia sulla necessità di dover concentrare quasi due terzi della disponibilità finanziaria sulle misure per mitigare il caro energia, che in gran parte consistono nella proroga e nel rafforzamento di quelle già in vigore. «In 30 giorni abbiamo fatto quello che di solito si fa in 2-3 mesi. È stata una lotta contro il tempo, ce l’abbiamo fatta in condizioni che, spero ci venga riconosciuto, molto complesse», è la riflessione del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Quanto alle altre misure rappresentano «un indirizzo politico per costruire l’Italia del futuro», ha detto la capogruppo di Fi a Palazzo Madama Licia Ronzulli. Un futuro che l’opposizione vede tutt’altro che roseo. In particolare il Pd. L’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha stigmatizzato la mancanza di risorse per colmare i buchi di organico di medici e infermieri che mettono a rischio il Ssn proprio mentre il Covid rialza la testa. La maggioranza però ha tirato dritto puntando su interventi in linea con quelli del programma presentato agli elettori, sia pure di impatto molto contenuto come su pensioni, Fisco etc. Il rischio di deludere le aspettative è sempre quello più temuto. Per questo Meloni già in campagna elettorale evitava annunci trionfalistici e da premier, anzi ancor prima del suo insediamento ufficiale a Palazzo Chigi, ripeteva che gli impegni assunti con gli elettori saranno realizzati «nell’arco dei 5 anni di legislatura». Qualcuno già preannuncia una seconda manovra nel corso dell’anno per rafforzare alcune misure. Certamente andranno trovate nuove risorse per evitare che a fine marzo cessino gli aiuti per l’energia che la Finanziaria ha quantificato in 21 miliardi.

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