Personale

Società in house, assunzioni a tempo indeterminato solo con concorso pubblico

Senza procedure concorsuali non è possibile convertire rapporti di lavoro a tempo determinato in tempo indeterminato

di Amedeo Di Filippo

Per le società in house sussiste il divieto di assunzione a tempo indeterminato in assenza di procedura concorsuale o selettiva e per il reclutamento del personale devono essere osservati i criteri previsti dall'articolo 35 del Dlgs 165/2001. Lo ha affermato la sezione lavoro della Corte di cassazione con le sentenze n. 12421/2021 e n. 12414/2021.

Divieto di assunzione
La Suprema Corte è stata chiamata a giudicare la legittimità della clausola relativa al termine finale apposto a un contratto di lavoro, dopo che il Tribunale aveva dichiarato l'insorgenza di un rapporto di lavoro subordinato, con successivo avallo della Corte d'appello. La società ha denunciato la violazione e/o falsa applicazione dell'articolo 36 del Dlgs 165/2001 e del Dl 101/2013 in materia di stabilizzazioni, escludendo la propria natura pubblicistica.
Con la sentenza n. 12421/2021 i giudici della Cassazione invece hanno riscontrato che la società in questione è a capitale interamente pubblico, e come tale sottoposta ai poteri di indirizzo e controllo degli enti locali, pertanto, hanno affermato, sussiste il divieto di assunzione a tempo indeterminato in assenza di una procedura concorsuale. Divieto che vale anche nei casi di accertamento giudiziale della nullità di contratti a termine con connesso ripristino del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, considerato che già il Dl 112/2008 aveva imposto alle società che gestiscono servizi pubblici locali a totale partecipazione pubblica di adottare criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi previsti dall'articolo 35, comma 3, del Dlgs 165/2001. Disposizione questa che non è volta a porre limitazioni alla capacità di agire delle persone giuridiche private ma a dare applicazione al principio previsto dall'articolo 97 della Costituzione rispetto a una società che, per essere a capitale interamente pubblico, ancorché formalmente privata, può essere assimilata agli enti pubblici in relazione al regime giuridico.

Reclutamento
Con la sentenza n. 12414/2021 la Corte ha esaminato un caso del tutto simile al precedente, in cui la società ricorrente ha contestato che, in quanto partecipata da enti locali, sia assoggettata non solo a quanto previsto dall'articolo 35, comma 1, del Dlgs 165/2001 in materia di reclutamento del personale del pubblico impiego, ma anche al divieto, imposto dal comma 5, di conversione dei rapporti di lavoro.
Anche in questo caso la Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile e infondato. Inammissibile poiché non contiene l'indicazione delle norme che si assumono violate e la enucleazione delle affermazioni in diritto, contenute nella sentenza impugnata, che sarebbero in contrasto con le norme regolatrici della fattispecie dedotta in giudizio e con l'interpretazione delle stesse fornita dalla giurisprudenza di legittimità o dalla dottrina prevalente. Infondato in quanto, a seguito dell'entrata in vigore del Dl 112/2008, il reclutamento del personale delle società in house deve ormai avvenire secondo i criteri stabiliti dall'articolo 35 del Dlgs 165/2001, sicché la violazione di queste disposizioni impedisce la conversione dei rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato.

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