Imprese

Sicurezza nei cantieri, Buia: premiare le imprese qualificate e che investono in sicurezza

Il presidente Ance: modello superbonus anche per gli altri bonus. Rischi da chi si improvvisa per lucrare gli incentivi

di Massimo Frontera

«In questi mesi, la forte ripresa dell'attività nel settore delle costruzioni, grazie alla spinta dei bonus edilizi e ad un risveglio degli investimenti pubblici dopo anni di forti cali, ha riportato al centro dell'attenzione il tema della sicurezza nei cantieri. L'Ance ha formulato subito proposte concrete per assicurare una ripresa delle costruzioni nella massima sicurezza. Abbiamo chiesto, in particolare, di applicare il "modello superbonus" a tutti i bonus edilizi per garantire sicurezza, evitare concorrenza sleale e combattere le frodi». Ad affermarlo è il presidente dell'Ance, Gabriele Buia, nel corso della sua audizione al Senato davanti alla Commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati. «Un sistema collaudato - sottolinea Buia - che si basa su prezzi di riferimento e dichiarazioni di congruità di professionisti abilitati. Bene quindi che il nostro appello sia stato raccolto dalla politica e che si stiano studiando misure, come l'applicazione di prezzari a tutti i bonus, per prevenire l'illegalità e l'apertura di cantieri irregolari anche sul fronte delle regole per la sicurezza».

«In questo momento - ha messo in guardia il presidente dei costruttori - stanno fiorendo una serie di imprese che non potrei neanche chiamare imprese: negli ultimi tre mesi si sono iscritte alle Camere di commercio più di 6mila imprese che sono state, secondo me, create in maniera artificiosa per arrivare all'obiettivo di sfruttare questi bonus, ma a mio modesto parere rischiano di portare instabilità per quanto riguarda la problematica della sicurezza nei luoghi di lavoro». «Ritengo necessario oggi ancora più di prima - ha proseguito Buia - una attenzione alle imprese qualificate, che sono quelle che hanno una organizzazione e che possono organizzare i fattori della produzione in un'ottica di rispetto della prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro». «Non esiste la possibilità - ha ribadito - che un'impresa improvvisata possa mettere in atto i minimi adempimenti di sicurezza: dobbiamo avere delle norme che accompagnino e premino chi investe nella sicurezza e si muove nell'ambito delle norme della sicurezza».

«Le disponibilità di cassa dell'Inail - propone l'Ance - andrebbero utilizzate per creare un sistema di sostegno e di riduzione dei costi alle imprese che vogliono distinguersi per il particolare impegno in tema di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro». Tra le altre proposte dei costruttori per diffondere la cultura della sicurezza, c'è la ulteriore valorizzazione del ruolo di assistenza e consulenza degli organismi paritetici, creando un sistema a supporto delle imprese virtuose che investono in prevenzione. L'attuale sistema bilaterale frutto dell'accordo tra imprese e sindacati, dovrebbe essere sostenuto finanziariamente «attingendo al contributo dello 0,30% versato dalle imprese edili all'Inps e non destinato a Fondimpresa».

Sul piano della formazione professionale l'Ance propone di dare vita a un «percorso di richiamo per operai di oltre 55 anni, con l'obiettivo di prevenire l'eventuale adozione di comportamenti scorretti e pericolosi, che spesso derivano dall'eccessiva consapevolezza e conoscenza del proprio lavoro», accompagnato a un "regime di detassazione e decontribuzione totale della retribuzione delle ore di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro". La promozione della sicurezza, secondo i costruttori dell'Ance, si realizza anche attraverso la «valorizzazione del contratto dell'edilizia: tutti coloro che operano in cantiere, compresi coloro che appartengono a settori i cui rischi tipici non sono quelli propri dell'edilizia - ha detto Buia - dovrebbero ricevere uguali tutele dal punto di vista della sicurezza sul lavoro e della formazione, mediante gli organismi paritetici del sistema». «Tali interventi - ha aggiunto - devono riguardare anche i lavoratori autonomi, per i quali, ad oggi, la normativa non prevede obbligo di formazione se non in rarissimi casi». «Per questo - ha proposto Buia - sarebbe auspicabile un Patto di cantiere». Il presidente dei costruttori, rispondendo alle domande di senatori, ha poi ricordato che attraverso gli enti bilaterali (imprese-sindacati) attivi sull'intero territorio nazionale, «investiamo tra 60 e 70 milioni di euro nella formazione, nell'assistenza e nella promozione della sicurezza».
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