Urbanistica

Codice appalti: Salvini si intesta la riforma, Meloni invece va alla Coldiretti

Il ministro: meno burocrazia e più cantieri. La premier dribbla la conferenza stampa

di Barbara Fiammeri

Nella Conferenza stampa post Consiglio dei ministri sono presenti solo il titolare della Sanità, Orazio Schillaci, e il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che di lì a poco spiegherà i contenuti del ddl appena approvato sulla messa al bando dei cibi sintetici. La riunione del Cdm è cominciata con un’ora di ritardo e a seguire si terrà la Cabina di regia sul Pnrr alla quale partecipa mezzo Governo. Non però Giorgia Meloni che lascia a Raffaele Fitto il compito di presiederla. La premier non partecipa neppure alla Conferenza stampa. «Non era previsto» fanno sapere da Palazzo Chigi. Probabile che Meloni non avesse molta voglia di rispondere a domande che certamente avrebbero toccato anche molti temi fuori dall’ordine del giorno del Cdm: dall’immigrazione alle auto, dai ritardi sul Pnrr alla mancata approvazione ieri del ddl Concorrenza dovuto - sostengono alla presidenza del Consiglio - ad «approfondimenti sulla copertura economica». Ma più di qualcuno spiega che in realtà ci sono ancora alcuni punti da chiarire. Tra questi le concessioni agli ambulanti» ma anche la nuova normativa sui saldi cancellata dalla bozza iniziale. La premier ancora una volta si affida ai social per rivendicare il via libera ai nuovi aiuti contro il caro energia per famiglie e imprese e gli interventi per il settore sanitario che complessivamente valgono quasi 5 miliardi di euro (molto meno di quanto messo finora)e che dureranno fino al prossimo 30 giugno: «Sostenere concretamente cittadini e imprese rimane la priorità di questo Governo», scrive la premier che nel frattempo si è presentata a sorpresa al raduno della Coldiretti organizzato vicino a Palazzo Chigi per «festeggiare» il «no» dell’Italia al cibo sintetico contenuto nel ddl appena approvato e illustrato da Lollobrigida.Il ministro dell’Agricoltura sottolinea che la decisione del governo punta anche a «sventare il rischio di ingiustizia sociale, in una società in cui i ricchi mangiano bene e i poveri no». Nessun commento sugli altri provvedimenti.

Della riforma degli Appalti il copyright sembra averlo il solo Salvini. Il ministro delle Infrastrutture preferisce anche lui “festeggiare” da solo il provvedimento appena licenziato. In una nota diffusa poco dopo il via libera è già stato ribattezzato «Codice Salvini» con tanto di video in cui il ministro delle Infrastrutture e segretario della Lega manifesta la sua soddisfazione: «Come promesso, dopo anni di attesa, il consiglio dei ministri oggi ha approvato il Codice degli appalti pubblici. Meno burocrazia, meno perdita di tempo, più fiducia alle imprese e ai sindaci, fiducia alle imprese dei territori, alle imprese anche più piccole artigiane, significa più cantieri, più lavoro e più sicurezza in tutta Italia: dalle parole ai fatti». Ed è più o meno questo il tenore delle dichiarazioni sul nuovo Codice. Quasi tutte sono da parte di esponenti del Carroccio. «Con l’approvazione del Codice Salvini l’Italia torna a correre e supera i no che hanno paralizzato il Paese per anni. Più opere e servizi con appalti più rapidi, meno burocrazia per le imprese italiane e per i piccoli comuni, più lavoro per tutti. Trasparenza, celerità e concretezza al servizio degli italiani» commentano i capigruppo di Camera e Senato , Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

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