Personale

Concorsi, anche nelle selezioni per titoli va verificata la conoscenza della lingua inglese

Secondo norme sul reclutamento che trovano applicazione anche nelle Regioni e nelle Provincie ad autonomia speciale

di Pietro Alessio Palumbo

A decorrere dal 1° gennaio 2000 i bandi di concorso per l'accesso all'impiego nella Pa devono prevedere l'accertamento della conoscenza della lingua inglese, e se opportuno in relazione al profilo professionale richiesto, di altre lingue straniere adeguate alle competenze che l'ente intenda reclutare per i propri uffici e strutture. Diversamente tutto da rifare: il bando che non preveda tali verifiche è illegittimo così come ogni atto della procedura selettiva eventualmente già prodotto. E per il Tar-Palermo (sentenza n. 531/2022) ciò vale anche per i «concorsi per soli titoli» ossia quelli senza prove o interrogazioni in aula davanti alla commissione d'esame. Contrariamente sarebbero lesi non solo gli interessi del candidato in possesso di titoli linguistici a essere meglio collocato in graduatoria finale rispetto a chi non ne possieda ovvero persino a che altri concorrenti siano scartati; ma soprattutto della stessa amministrazione ad assumere personale con competenze adeguate agli odierni rapporti internazionali e plurilinguistici del nostro Paese.

Secondo il Tar siciliano la disciplina sull'accertamento delle conoscenze linguistiche nei concorsi pubblici deve ritenersi inclusa in un quadro di generale riforma economica e sociale del nostro Paese. L'obbligo per le amministrazioni di garantire la conoscenza della lingua inglese da parte dei loro dipendenti è frutto dell'inserimento del nostro Paese nel contesto sovranazionale ed in particolare europeo. In altri termini anche alla luce della "libertà di stabilimento" disciplinata dai trattati europei si impone alla Pa di rendere agevole il dialogo con soggetti di madrelingua straniera.

Nella vicenda l'amministrazione comunale si era difesa in giudizio affermando che il bando era (comunque) idoneo ad assicurare il possesso da parte dei concorrenti di una adeguata conoscenza della lingua inglese posto che la laurea richiesta quale requisito di ammissione alla procedura comportava una adeguata conoscenza della lingua inglese. Ma questa ricostruzione non ha convinto il giudice amministravo palermitano: le recenti norme sull'autonomia didattica degli atenei dispongono che per conseguire la laurea lo studente deve aver acquisito 180 crediti universitari comprensivi di quelli relativi alla conoscenza obbligatoria di una lingua dell'Unione europea. A ben vedere dunque non si richiede specificamente la conoscenza della lingua inglese.

Neppure ha convinto il Tar l'assunto della difesa comunale per cui la competenza legislativa esclusiva attribuita alla regione autonoma in materia di regime degli enti locali comprenderebbe anche la materia dell'assunzione dei dipendenti in questi stessi enti. Il Tar ha chiarito che le disposizioni generali sul reclutamento dei pubblici dipendenti rientrano tra le norme di riforma economico-sociale introdotte dal Tu sul pubblico impiego; norme che trovano applicazione anche nelle regioni e nelle provincie ad autonomia speciale.

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