Urbanistica

Consumo di suolo/2. Legambiente Emilia Romagna: attenti alla corsa alle cubature. Modificare il PdL regionale

di Alessandro Arona

Attenzione al progetto di legge della giunta Emilia Romagna contro il consumo di suolo, avverte la sezione regionale di Legambiente: il tetto massimo al 3% di consumo di suolo è fittizio, non ci sono verifiche e controlli per farlo rispettare; e attenzione soprattutto alla fase transitoria, che di fatto concede 4-5 anni ai titolari di diritt edificatori per presentare progetti di lottizzazione che comporterebbero un boom di cubature in grado di ottenere l'effetto opposto a quello annunciato dalla legge.

IL PROGETTO DI LEGGE REGIONALE
«La proposta di legge - spiegava la Giunta Bonaccini alla presentazione del progetto di legge - punta a ridurre fortemente le previsioni di nuove costruzioni al di fuori dei territori già urbanizzati, fissando al contempo nuove regole più semplici e veloci per la pianificazione dei Comuni e per favorire la qualità dei progetti, la legalità e la trasparenza. Basti pensare che in base agli attuali piani comunali, in Emilia-Romagna sono previsti 250 chilometri quadrati di espansione urbanistica: l'equivalente di quasi due nuove città di Bologna.
La nuova legge stima, fissando una quota massima del 3% di espansione per ogni Comune, di abbassare questa soglia a 70 chilometri quadrati».
Il consumo di suolo entro il 3% sarà consentito esclusivamente per nuovi insediamenti produttivi, per edilizia residenziale sociale e per nuove abitazioni, solo se collegate a progetti di rigenerazione urbana.
Tuttavia ci sono delle deroghe: gli insediamenti produttivi strategici, gli interventi di ampliamento produttivi e le opere pubbliche o di interesse pubblico, saranno escluse dalla quota massima del 3%. La Regione parla di «forte sostegno a chi fa impresa».

Il progetto di legge presenta anche incentivi alla rigenerazione urbana e interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico.
Nel testo, infatti, sono previsti per progetti di rigenerazione urbana contributi regionali diretti - i primi saranno 30 milioni di euro inseriti nell'accordo in via di approvazione fra Regione e Governo per l'utilizzo dei fondi FSC -, l'esonero dal contributo straordinario, la riduzione di almeno il 20% del contributo di costruzione, incentivi volumetrici legati alla qualità del progetto, oltre a procedure più veloci e snelle.
In particolare per interventi di adeguamento sismico, tema oggi più che mai attuale, oltre agli incentivi per la rigenerazione urbana è prevista una norma specifica sull'interesse pubblico per avviare tali interventi, che comporterà la possibilità del 50% dei proprietari di un edificio di imporre la realizzazione sulla restante quota di proprietari, qualora essi si oppongano.

LE CRITICHE DI LEGAMBIENTE
«Un limite certo al comsumo di suolo secondo noi oggi non esiste nell'attuale testo in discussione - afferma Legambiente - in quanto si fissa un tetto indicativo del 3% i cui effetti, però, nessuno potrà oggettivamente governare, perché da tale tetto rimangono esclusi gli interventi dei prossimi anni e una serie di deroghe».
«L'attuale disegno di legge - sostiene l'associazione ambientalista - lascia infatti ai Comuni 4-5 anni di edificazione (si veda l'articolo 3 del PdL) che non sono inclusi nel conteggio del 3%, dando il via ad una corsa a firmare convenzioni e "posare la prima pietra" in più aree possibili. Infine, dal tetto del 3% sono escluse anche opere pubbliche, opere di pubblica utilità, grandi insediamenti produttivi se considerati "strategici", ecc.».

Ai 70 kmq indicati dall'assessore Donini come limite massimo di urbanizzazione - sostiene Legambiente - «si aggiungerebbe quindi una quantità non meglio definita già "cementificata" nei prossimi anni, oltre a tutti i casi futuri rientranti nelle deroghe».
Legambiente fa «alcuni esempi di urbanizzazioni che non rientrerebbero nel limite fissato del 3%:
- la proposta di mega polo logistico Le Mose a Piacenza, per un totale di 960.000 mq
- gli 8 km di autostrda TI-BRE nel (almeno 30 ettari) parmense e l'ampliamento proposto per l'aeroporto del capoluogo
- il complesso commerciale in via Luxemburg a Reggio Emilia (29.000 mq)
- la prevista autostrada Campogalliano-Sassuolo (almeno 55 ettari)
- la prevista autostrada Cispadana tra Modena e Reggio (almeno 250 ettari)
- il complesso in via Antica Milizia a Ravenna, con nuovo centro Conad (69.000 mq)».

«Alla luce di quanto descritto, chiediamo che i limiti posti dalla norma in discussione siano vincolanti e considerati a partire da oggi, oltre che applicare il principio di compensazione del suolo: se proprio occorre costruire sul suolo vergine, a questa perdita di suolo deve corrispondere un'azione volta a liberare aree già occupate dal cemento e dismesse.
E' il limite temporale la principale preoccupazione: un'applicazione immediata dei limiti della legge ridurrebbe infatti in modo sensibile la possibilità di "furberie" dei Comuni, che si troverebbero da subito nella condizione di calcolare quali sono gli interventi necessari, e quelli invece utili solo per fare cassa».

Apprezzamenti, invece, sulla parte "riqualificazione urbana": «Se sul consumo di suolo la legge è inadeguata, su altri versanti presenta invece caratteristiche positive. Sono infatti previste soluzioni interessanti sulla rigenerazione urbana che, in modo innovativo, è agevolata fiscalmente e proceduralmente: un passaggio utile per dare risposte al settore edilizio e per risolvere i problemi delle città senza consumare risorse ambientali, da sempre da noi proposto. In modo analogo, è presente l'attenzione al tema della legalità attraverso il monitoraggio della compravendita dei terreni.
Con le opportune modifiche è ancora possibile dar vita ad un buon testo di legge, ma serve che la politica dimostri di essere davvero orientata alla tutela del suolo, e di voler evitare che nei prossimi 5 anni si consumi l'ennesima irrimediabile rapina».

Il testo del PdL Emilia Romagna

PdL Emilia Romagna, le slides della Giunta

PdL Emilia Romagna, la relazione

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©