Fisco e contabilità

Il giudice valuta anche sui regolamenti dell’ente locale per il canone degli Ncc

Anche se l’obbligo c’è solo per le norme primarie, sì all’acquisizione se necessaria

di Patrizia Maciocchi

Il giudice deve acquisire d’ufficio anche la normativa secondaria come le delibere e i regolamenti degli enti locali se indispensabili alla causa. La Cassazione, con la sentenza 37860, accoglie il ricorso di Roma Capitale, contro la decisione del tribunale di dare partita vinta ad una Srl, che gestiva dei bus, noleggiati con il conducente.

Un’agenzia alla quale il Campidoglio aveva revocato il permesso al transito nelle corsie riservate al trasporto pubblico e nelle zone Ztl, perché non aveva pagato il canone annuale, come previsto dal regolamento, pena la cancellazione della targa dagli archivi dei mezzi autorizzati. Il comune non aveva però portato in giudizio la delibera e il Tribunale aveva accolto il ricorso dell’agenzia Ncc, in assenza di un atto fondamentale per la decisione. Lacuna che il giudice, secondo il Tribunale, non poteva colmare visto che il suo obbligo di ricerca delle fonti del diritto, non vale per le norme secondarie e agli atti amministrativi.

Per la Suprema corte invece il contenuto della delibera andava verificata, in quanto atto relativo all’accertamento. La Cassazione conferma che, per consolidato orientamento, il principio «iura novit curia» ovvero il tribunale è a conoscenza delle leggi, non si estende ai regolamenti degli enti locali, che non sono fonte di diritto oggettivo, a differenza di quelli edilizi in materia di distanze tra fabbricati che integrano il Codice civile.

Tuttavia nel caso esaminato l’atto era indispensabile per valutare l’esistenza della violazione. Il Tribunale avrebbe dunque «dovuto esercitare i suoi poteri officiosi e provvedere all’acquisizione della delibera con cui è stato approvato il Regolamento che ha istituito i permessi a pagamento, proprio perché ha ritenuto indispensabile verificarne il contenuto».

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