Appalti

Infrastrutture: Camera in pressing sul Governo, più commissari e altra lista di opere

Le commissioni Trasporti e Ambiente oggi votano il parere al secondo elenco di Giovannini: troppi diciotto lavori per due commissari Anas

di Giorgio Santilli

Ancora una pressione per inserire subito l’autostrada tirrenica fra le opere da commissariare, anche per favorire un accordo fra Anas e la concessionaria Sat. La richiesta di un numero più alto di commissari per gli interventi Anas in modo da evitare il paradosso di due commissari per diciotto opere (più quelle pregresse). La sollecitazione a varare alcune integrazioni alla seconda lista (per esempio la variante di Sanremo sull’Aurelia e il Parco della Giustizia di Bari) e a varare subito una terza lista di opere da commissariare allargando i criteri con cui le opere vengono selezionate. L’allargamento della procedura di commissariamento anche alle opere idriche e al patrimonio demaniale non utilizzato. La sollecitazione a non scegliere soltanto commissari tecnici appartenenti alla stessa stazione appaltante e la richiesta di «un maggior coinvolgimento delle Regioni e degli Enti locali».

Sono molto pesanti le considerazioni contenute nel parere, formalmente positivo, che sta finendo di mettere a punto il leghista Edoardo Rixi e che stamattina sarà approvato dalle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera sulla seconda lista di 44 opere da commissariare e 13 commissari, presentata dal ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. Segue la prima lista di 58 interventi e 29 commissari.

Non sono solo i rilievi dettagliati a pesare. Quello dei supercommissari straordinari sulle grandi opere si conferma un tema in cui governo e Parlamento hanno una visione divergente. Giovannini ha detto più volte che i commissari vanno fatti dove servono, senza esagerare, lo stretto necessario, tanto più ora che il decreto semplificazioni interviene direttamente sulle procedure, mentre il Parlamento è incline a usare i commissari come soluzione per quasi tutti i problemi infrastrutturali. E infatti il rilievo del parere più pesante in assoluto è quello che, chiedendo una terza lista, invita il ministro a rivedere i criteri di selezione delle opere, per esempio includendo «quelle senza un progetto definitivo, proprio al fine di utilizzare l’istituto commissariale per sbloccare delicate e complesse questioni afferenti opere strategiche e di interesse nazionale».

Le forze politiche della maggioranza sono tutte in campo su questa battaglia che incrocia anche il tema più generale della semplificazione delle regole per i lavori pubblici. «La principale criticità - dice Rixi - è che i commissari sono pochi per più opere e alcuni territori sono distanti. Forse si dovrebbe prevedere almeno la nomina di subcommissari, cosa che proponiamo. Resta il fatto che molti territori sono rimasti esclusi e che, se si vogliono accelerare le opere, bisogna derogare alle regole perché le attuali regole non funzionano».

«Abbiamo costruito con i commissari e con il Dl semplificazioni un nuovo impianto legislativo - dice la presidente della commissione Trasporti, Raffaella Paita (Iv) - che è molto vicino a quanto proposto da Italia Viva e che ora va completato. Ma se usiamo uno strumento potente come i commissari straordinari in modo non adeguato, rischiamo di frenare, anziché sbottigliare. Mi riferisco al fatto che alcuni commissari, soprattutto quelli Anas, sono stati sovraccaricati di opere. Noi stiamo costruendo, anche con il decreto semplificazioni, un nuovo modello di intervento che in futuro dovrebbe essere utilizzato per tutte le opere, facendo saltare i vincoli di oggi».

«Il lavoro di ricognizione delle opere - dice la presidente della commissione Ambiente, Alessia Rotta (Pd) - ha portato a un approfondimento di molte istanze territoriali diffuse. Il criterio scelto dal governo per selezionare le opere, puntando sulla cantierabilità, con progetti definitivi e risorse esistenti, è utile per rendere effettivo il lavoro dei commissari. Ma questo atto parlamentare e il precedente sono serviti per mettere in luce che sul territorio ci sono molte più istanze diffuse e per sollecitarle al ministero».

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