Fisco e contabilità

Sì alla riforma dell’assistenza per gli anziani non autosufficienti

Inviato a Bruxelles il Dpb a legislazione vigente, le misure arriveranno con il nuovo governo

di Giorgio Pogliotti e Gianni Trovati

«I governi passano, l’Italia resta». Ieri Mario Draghi ha chiuso così i lavori dell’ultimo consiglio dei ministri sotto la sua presidenza, il numero 98 in 20 mesi, che ha esaminato il Documento programmatico di bilancio e approvato la riforma dell’assistenza per gli anziani non autosufficienti.

Nel suo intervento di chiusura Draghi ha voluto sottolineare il «bel po’ di pazienza» che accanto a «maturità e senso dello Stato» ha aiutato i ministri (e lui stesso) a mantenere in piedi quell’unità nazionale che «è per forza di cosa un’esperienza eccezionale», legata ai «momenti di crisi profonda». Ora l’unità nazionale viene archiviata (a differenza della crisi), ma dopo «molti mesi» in cui i membri del governo, sottolinea Draghi, hanno «fronteggiato una pandemia, una crisi economica, una crisi energetica, il ritorno della guerra in Europa»; in un elenco che non può dimenticare campagna vaccinale, Pnrr e misure di sostegno all’economia, e che sul piano internazionale è sfociato nel «sostegno immediato e convinto all’Ucraina» con cui, dice Draghi ai colleghi di governo, «avete reso l’Italia protagonista in Europa e nel mondo».

Il Dpb tendenziale fa parte di quella «transizione ordinata» richiamata ancora ieri dal premier. Ed è un passaggio chiave anche per i successori che avranno 5-6 settimane di tempo per mandare a Bruxelles il programma vero e proprio, con l’architettura di una manovra tutta da costruire.

Il consiglio dei ministri di ieri ha dato anche il via libera alla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, oggetto nelle scorse settimane di molti stop and go.

È arrivato in extremis il disco verde per una delle riforme considerate qualificanti dal Pnrr che ha stabilito la scadenza di fine marzo per l’approvazione da parte del Parlamento della riforma che dovrà introdurre «un sistema organico» fondato sulla definizione dei servizi sociali e sanitari. Riguarda 3,8 milioni di anziani non autosufficienti, il 5% della popolazione (si prevede saranno il doppio entro il 2030), sono coinvolti 10 milioni di persone, familiari e operatori del settore compresi. Il Disegno di legge presentato dal ministro del Lavoro e della Salute, al quale hanno lavorato Presidenza del Consiglio e 52 organizzazioni del Patto sulla non autosufficienza individua principi e criteri direttivi generali a cui il Governo dovrà attenersi nell’esercizio della delega. Per superare l’attuale frammentazione, tra le tre filiere istituzionali esistenti (servizi socio sanitari delle Asl, servizi sociali dei comuni, indennità di accompagnamento di Inps) è prevista una gestione unitaria, con l’istituzione del Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa) presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, che avrà il compito di promuovere il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche nazionali in favore delle persone anziane, con particolare riguardo alle politiche per la presa in carico delle fragilità e della non autosufficienza, nonché il miglioramento qualitativo dei servizi residenziali e semiresidenziali per gli anziani. È anche prevista una semplificazione procedurale per passare dalle attuali 5-6 valutazioni delle condizioni di non autosufficienza necessarie per ricevere i sostegni a due (una nazionale e una regionale) tra loro collegate. Altra novità, come spiega il ministro Orlando, è l’introduzione, su base volontaria, in via progressiva e sperimentale di un’indennità unica universale volta a riequilibrare il sistema degli interventi tra erogazioni monetarie e offerta di servizi, ferma restando la disciplina attuale dell’indennità di accompagnamento, prestazione che assorbe il 44% della spesa del settore. «Sono state accolte diverse nostre istanze - commenta Cristiano Gori, professore al Dipartimento di sociologia dell’Università di Trento e coordinatore del Patto sulla non autosufficienza -, siamo però al punto di partenza, il quadro regolatorio è impostato e va affinato, mentre la parte degli interventi è più acerba per il nodo finanziamenti».

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