Fisco e contabilità

Dai tagli 2 miliardi, 658 milioni dai ministeri

Il taglio di 9 punti percentuali dell’Ires per chi reinveste gli utili in assunzioni e beni strumentali riduce il peso del Fisco sulle imprese per 980 milioni di euro nel 2019 e 1,3 miliardi nel 2020. Con l’agevolazione stesa alle Snc e Sas soggette all’Irpef il conto per lo Stato sale a 1,1 miliardo per il 2019. La mini-Ires a regime dal 2022 peserà sulle casse dell’Erario per oltre 2 miliardi. Per il popolo delle partite Iva, invece, il costo della flat tax al 15% per chi ha ricavi fino a 65mila euro è di 331 milioni nel 2019 e di oltre 1,4 miliardi a regime. Mentre per l’estensione agli esercizi commerciali fino a 600 mq della cedolare secca sugli affitti il Governo è pronto a sostenere un costo di 260 milioni di euro.Sono alcune delle quantificazioni riportate nella relazione tecnica del disegno di legge di bilancio bollinata ieri dalla Ragioneria generale dello Stato. Sul piatto le imprese lasciano comunque 1,4 miliardi di Ace e quasi due miliardi con la cancellazione dell’Iri.

Dallo schema tecnico degli esperti di via XX emerge che l’aumento delle accise sui tabacchi garantirà oltre 132 milioni di maggiori entrate. Dalla “relazione” emerge anche che, «da uno studio della fondazione Einaudi», il volume di affari delle ripetizioni scolastiche e delle lezioni private si aggira su 1 miliardo di euro. E di questo miliardo il 10% è regolarmente dichiarato. Con l’applicazione di una cedolare secca del 15% per favorire l’emersione del nero la Ragioneria non può che registrare l’impatto negativo della misura che produrrà su chi oggi si denuncia al Fisco una riduzione di Irpef per 28,5 milioni nel 2020 e 17,1 nel 2021 (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

Sul fronte dei tagli dalle amministrazioni centrali e dagli interventi di “razionalizzazione” arrivano complessivamente 658 milioni, solo due terzi dei quali (435,4 milioni) chiudendo il rubinetto delle uscite correnti dei ministeri. Che, va ricordato, hanno già garantito oltre 800 milioni in termini di copertura al decreto fiscale.

In tutto la riduzione di spesa operata con le misure del Ddl di Bilancio si aggira attorno ai 2 miliardi, ma va a colpire prevalentemente la spesa in conto capitale (per quasi 1,6 miliardi) che dovrebbe invece essere preservata nell’ottica della spinta agli investimenti, centrale nella manovra gialloverde. Una potatura che compensa in minima parte le risorse previste per alimentare il fondo di quota 100 (6,7 miliardi nel 2019) e del reddito di cittadinanza. In questo caso la dote è di 6,8 miliardi da raccordare con i fondi del Rei (circa 2,2 miliardi) che resterà in funzione fino al decollo (in estate?) della nuova misura. Tornando ai tagli, agendo sulla leva delle riprogrammazioni di spesa vengono recuperati 790 milioni con un’operazione che interessa i trasferimenti alle Fs. Altri 600 milioni arrivano dalla stretta ai contributi a imprese e banche.

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