Appalti

Ferrovie: Toninelli azzera il Cda, salta anche la fusione con l’Anas

di Giorgio Santilli

I modi sono più ruvidi di quanto ci si potesse attendere, ma il post con cui il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha annunciato ieri su Facebook l’azzeramento del cda delle Fs non ha colto di sorpresa nessuno nella sostanza. Da giorni, infatti, imperversava il totonomine anche su Fs,a rendere chiara l’intenzione del governo di rovesciare l’amministratore delegato, Renato Mazzoncini, rinnovato da Gentiloni a fine dicembre in seguito alla fusione Fs-Anas e incappato nel rinvio a giudizio per truffa a Perugia per una storia di ricavi truccati per ottenere contributi alla sua vecchia società Busitalia Sita Nord. Con lettera ai consiglieri firmata con il ministro dell’Economia, Giuseppe Tria, Toninelli introduce comunque elementi di novità: 1) scioglie l’intero consiglio; 2) usa formalmente la «legge Frattini» (145/2002) che all’art. 6 sullo spoil system consente al nuovo governo di revocare le nomine fatte «nei sei mesi antecedenti la scadenza naturale della legislatura»; 3) intima la convocazione entro il 31 luglio di una nuova assemblea (quella fissata per oggi andrà deserta) per il rinnovo dei vertici.

Quest’ultima indicazione conferma la necessità di più tempo per un accordo nella maggioranza sulla successione a Mazzoncini dopo il tramonto dell’ipotesi Bonomi, tanto più ora che le poltrone da assegnare diventano cinque. Nell’ipotesi, improbabile, di un “interno” i candidabili sembrano Maurizio Gentile (ad di Rfi) e Orazio Iacono (ad Trenitalia), mentre fra gli esterni forte è il nome di Marco Piuri (ad del gruppo multinazionale Arriva), gradito al governatore lombardo Fontana.

Informalmente, fonti Mit si sono affrettate a precisare che «non si tratta di occupazione di poltrone, ma è il cda che ha in qualche modo costretto, con le sue prese di posizione, il governo a questo tipo di provvedimento». Il riferimento è alla decisione del cda di sostenere Mazzoncini riconfermandolo dopo il rinvio a giudizio che - fanno sapere al Mit - è la ragione sostanziale del suo allontanamento. Il cda aveva fatto muro chiedendo la modifica della “clausola etica” nello Statuto.

Toninelli conferma, però, anche la volontà di imprimere una forte discontinuità alla politica ferroviaria, cancellando la fusione con l’Anas e indicando nel trasporto pendolari una priorità assoluta. Sarà interessante vedere nelle prossime settimane che modalità prenderà questa priorità anche in relazione all’Alta velocità che dà un grande contributo all'utile Fs.

Anche sulla fusione con Anas il consiglio aveva fatto quadrato, decidendo una linea della resistenza. In queste ore è stata anche presa in considerazione un’azione legale per resistere allo scioglimento del cda. Un muro contro muro cui si era sottratta soltanto la consigliera Wanda Ternau, ingegnere con master in affari legali, che aveva deciso autonomamente di dimettersi martedì.

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