Urbanistica

Cessione crediti, tornano asseverazioni e visti per caldaie e serramenti

Solo in presenza di attestazioni la solidarietà viene depotenziata: per i piccoli lavori questi documenti (oggi esclusi) potrebbero essere decisivi

di Giuseppe Latour

Un cortocircuito normativo, che rischia di portare nuovi costi su operazioni come il rifacimento di infissi e l'installazione di caldaie, in caso di cessione del credito e sconto in fattura.È l'effetto collaterale, non preventivato, delle nuove norme sulla responsabilità solidale, inserite dal Senato nella legge di conversione del decreto Aiuti bis (Dl n. 115/2022), per provare a dare nuovo impulso a un mercato in grave difficoltà, a causa dei problemi nella circolazione dei bonus edilizi.L'emendamento di Palazzo Madama prevede, infatti, una nuova responsabilità solidale dal perimetro ristretto, limitata ai soli casi di dolo e colpa grave. Un passo in avanti rispetto al passato, perché riduce, almeno in linea teorica, le possibilità di contestazione a carico di chi compra i crediti in buona fede, in caso di frodi avvenute nei passaggi precedenti.

Questo perimetro limitato, però, secondo quanto spiega la nuova norma, riguarderà solo i crediti per i quali «sono stati acquisiti, nel rispetto delle previsioni di legge, i visti di conformità, le asseverazioni e le attestazioni» relative al superbonus e agli altri bonus minori. Questi documenti (si veda anche l'altro articolo in pagina) per il 110% vanno sempre compilati. Per i bonus minori, invece, la regola generale, introdotta a novembre 2021 (con il decreto antifrodi n. 157/2021) è che, solo in caso di cessione e sconto, è necessario richiedere visto di conformità e asseverazione della congruità. C'è, però, un'eccezione, prevista dall'articolo 121 comma 1-ter del decreto Rilancio (Dl 34/2020) e introdotta dalla legge di Bilancio 2022 (legge n. 234/2021), dopo le proteste di molte associazioni. Per i lavori in edilizia libera e per quelli con importo inferiore a 10mila euro, è possibile effettuare cessioni e sconti in fattura senza asseverazioni e visti.

Una salvaguardia che serve a non caricare interventi di piccolo importo con costi eccessivi, in proporzione al valore dei lavori.Ora, però, arriva il cortocircuito: in caso di cessione e sconto in fattura, senza le asseverazioni e i visti, per lavori come la sostituzione degli infissi o l'installazione della caldaia, il rischio è che non si possa accedere alla nuova responsabilità solidale depotenziata. C'è da aspettarsi, allora, che si inneschi una catena che porterà in futuro anche per questi lavori, pure in assenza di un obbligo esplicito, alla redazione di asseverazioni e visti, con i relativi costi. Per comprare i crediti, infatti, le banche vorranno avere sempre questi documenti; stessa linea che seguiranno i fornitori, per avere tra le mani crediti facilmente vendibili. Anche perché, nel mercato che si andrà a definire, molto probabilmente i crediti dotati di asseverazione e visto avranno un valore (e una capacità di circolazione) maggiore rispetto a quelli che non sono accompagnati da questi documenti. E i costi di questi adempimenti si trasferiranno, molto probabilmente, sul soggetto che paga i lavori.

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