Imprese

Terzo valico, cantieri in difficoltà: governo in pressing per il rilancio

Vertice dopo che Pizzarotti e Collini hanno messo in Cassa integrazione oltre 300 lavoratori

di Marco Morino

Il governo accende un faro sul Terzo valico (l'alta velocità ferroviaria per il trasporto passeggeri e merci tra Genova e Milano) dopo che le imprese Pizzarotti e Collini, riunite nel Consorzio Tunnel Giovi, hanno deciso di collocare in cassa integrazione oltre 300 lavoratori per 13 settimane e di interrompere l'attività. Secondo la viceministra alle Infrastrutture, Teresa Bellanova, il lavoro nei cantieri bloccati dovrà riprendere quanto prima, «possibilmente già nei prossimi giorni». Dice la viceministra: «Ritengo che le condizioni per il riavvio dei cantieri ci siano tutte, considerando anche il confronto in atto tra il general contractor (Cociv, interamente controllato dal gruppo Webuild, ndr) e il consorzio guidato dalla Pizzarotti».

Da qualche giorno risultano bloccati i cantieri di due gallerie del Terzo valico: una in Liguria e l'altra in Piemonte, in provincia di Alessandria. In gioco ci sono circa 100 milioni di varianti o modifiche tecniche, due termini che, a seconda di quale venga riconosciuto, determinano chi debba accollarsi il rilevante importo. Per le varianti serve più denaro, almeno è quello che vorrebbero i costruttori: la struttura commissariale, però, non è certo propensa a fare concessioni di questo tipo e rischia di scaturirne un braccio di ferro. L'impresa Pizzarotti sostiene che lo scavo sta incontrando problematiche inaspettate. I sondaggi fatti sul terreno, che risalgono al 1992, non avevano previsto che si sarebbe trovata una tipologia di roccia talmente dura che costringe a procedere a rilento. Il tutto con tempi rallentati anche per rispettare la sicurezza, che modificherebbe in modo sostanziale il costo dell'appalto.

Il rischio ora è che possano esserci ripercussioni anche sui cantieri principali della maxi opera a causa dell'effetto domino. Ecco perché si teme un lungo blocco dei lavori, sapendo che Pizzarotti ha fermato il cantiere, che sembrava comunque già in difficoltà. Un'eventualità intollerabile per il governo, che sul Terzo valico non ammette ritardi. L'alta velocità Genova-Milano è opera strategica, inserita anche nel Pnrr, in quanto parte integrante del corridoio Liguria-Alpi e del più vasto sistema delle grandi reti di trasporto europee (asse Genova-Rotterdam). Dovrà essere ultimata tassativamente entro l'orizzonte temporale 2024-2026. L'opera, del valore economico di 6,2 miliardi di euro, è interamente finanziata. Per scongiurare il rischio di un lungo stop la viceministra Bellanova ha incontrato ieri il commissario straordinario al Terzo valico, Calogero Mauceri, per fare il punto della situazione.

Il commissario è già al lavoro per risolvere il contenzioso e fa presente che i cantieri bloccati interessano solo una parte limitata dei lavoratori impiegati nella realizzazione dell'intera opera, che sta comunque avanzando secondo programma. Nella galleria di valico, costruita dal gruppo Webuild (ex Salini Impregilo), che con i suoi 27 chilometri sarà la più lunga d'Italia, l'avanzamento dei lavori è pari a oltre il 68% del totale. Oggi il commissario Mauceri sarà a Genova per un vertice con istituzioni, imprese e sindacati e riferirà dell'incontro di ieri con la vicemistra. Commenta la Bellanova: «Per opere così impegnative e complesse, ritengo che la fiducia tra le parti debba essere un elemento ineludibile. Anche in relazione a eventuali incognite dovute alle caratteristiche geomorfologiche delle zone di scavo, tali da rendere necessarie varianti in corso d'opera. È d'altra parte questa la ragione se, nella normativa vigente di settore, è stato individuato un organismo apposito, il Collegio consultivo tecnico, per dirimere eventuali contenziosi tra stazione appaltante e appaltatore. In sede di confronto - dice ancora la viceministra - saranno individuate le migliori azioni per dirimere criticità di questa natura. Ferma restando la necessità di riavviare immediatamente il lavoro sui cantieri. Una urgenza e una responsabilità a cui, sono certa, le imprese sapranno rispondere positivamente».

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