Urbanistica

Revisione contrattuale per il caro materiali, ecco i moduli

I modelli predisposti dall'Ance per tutelare le imprese con contratti già firmati e lavori in corso

di Massimo Frontera

Contro la crescita dei prezzi delle principali materie prime utilizzate nei cantieri i costruttori dell'Ance continuano il pressing sulle istituzioni (governo, Parlamento e Anac) e sulle grandi stazioni appaltanti (Anas e Rfi); dall'altra però forniscono anche alle imprese le indicazioni operative per tutelarle contro l'incremento improvviso dei costi che fanno saltare i margini dei contratti con la Pa.

le principali situazioni in cui si trova l'impresa sono tre. Per ciascuna di esse, l'Ance fornisce indicazioni insieme a un modulo da compilare e inviare alla stazione appaltante.

La prima situazione è quella di un'impresa che ha sottoscritto un contratto che non contiene alcuna clausola sul riequilibrio economico del contratto di appalto (o se presente non risulta idonea a soddisfare l'impresa). In questo caso si fornisce una bozza di "istanza di modifica delle condizioni economiche del contratto per cause di forza maggiore".

Se invece, il contratto di appalto contiene un richiamo al meccanismo compensativo ex articolo 106 del codice, si tratterà di attivare tale clausola (sempre che sia soddisfacente per l'impresa sotto il profilo del ristoro). In questo caso l'Ance fornisce la bozza di "istanza di attivazione della clausola revisionale ex art. 106, comma 1, lettera a) del Codice 50".

Infine, l'Ance fornisce una bozza di "riserva", da iscrivere - se ritenuto opportuno dall'impresa - nel primo atto contabile utile.

«Resta fermo - aggiunge la nota dell'Ance - che, al di là dei rincari intervenuti, il riconoscimento della compensazione implicherà la dimostrazione, da parte dell'impresa richiedente, di averli effettivamente sostenuti, attraverso l'esibizione di idonea documentazione a comprova».

L'ultima iniziativa dei costruttori contro il caro-materiali è quella dei costruttori edili di Ance Sicilia. Con una nota inviata a vari esponenti di governo (il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, la viceministra Teresa Bellanova, il sottosegretario Giancarlo Cancelleri) e al presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, anche per il suo ruolo di commissario straordinario per alcune opere strategiche, il presidente dei costruttori siciliani Santo Cutrone, ha lanciato l'allarme, segnalando il rischio che l'incremento dei prezzi possa mettere a rischio «le tre principali misure messe in campo per risollevare l'economia: il "Recovery Plan", il Superbonus 110% e le Opere strategiche commissariate».

«Le speculazioni internazionali in atto sulle materie prime - afferma Cutrone - che hanno comportato aumenti di prezzo del 110% per l'acciaio, del 40% per il polietilene, del 34% per il petrolio, del 20% per il legno, del 17% per il rame, del 15% per il bitume e del 10% per il cemento, stanno compromettendo l'esecuzione degli appalti in corso con forti difficoltà per le imprese aggiudicatarie dei lavori ma, soprattutto, rischiano di rendere insufficienti le risorse stanziate nel Recovery Plan per la realizzazione delle infrastrutture». Stesso rischio per gli interventi agevolato con il superbonus, i cui costi potrebbero crescere e superare il tetto di spesa consentito.

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