Imprese

Edilizia al rush finale per il rinnovo del contratto: richiesto un aumento di 100 euro

Dall’Ance il presidente Buia spiega che sono stati definiti una serie di aspetti normativi, mentre su altri la discussione è ancora aperta

di Cristina Casadei

Per i lavoratori dell’edilizia si avvicina il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto nel 2020. Tra oggi e domani Ance, Alleanza delle cooperative e Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, tenteranno l’affondo per creare le premesse definitive o raggiungere l’accordo che riguarda oltre un milione di addetti.

Dall’Ance, il presidente Gabriele Buia, spiega che sono stati definiti una serie di aspetti normativi, mentre su altri la discussione è ancora aperta, «con l’obiettivo di determinare il miglioramento dell’operatività del settore. Con questo contratto ci sarà un forte investimento sulla formazione, diventata un obiettivo prioritario per la sicurezza e per tutte le tematiche legate ai bonus e al Pnrr. Avere imprese con un’alta qualificazione è infatti strategico, anche alla luce dell’ultimo decreto Antifrodi che per le lavorazioni edili ha vincolato il riconoscimento dei benefici fiscali all’applicazione dei contratti collettivi del settore edile, stipulati dalle associazioni datoriali e sindacali più rappresentative».

Questi ultimi anni sono stati segnati dalla svolta green anche nell’edilizia dove le lavorazioni e i materiali chiedono una sempre maggiore qualificazione delle persone. La piattaforma che i sindacati avevano presentato a dicembre del 2020 era incentrata proprio su salute e sicurezza, formazione e salario. Nel confronto, le parti stanno lavorando per fissare un’aliquota non inferiore all’1% per formazione e sicurezza (50% formazione e 50% sicurezza) e per un aumento dello 0,20 sulla formazione. Il presupposto sarà la definizione, a cura del Formedil nazionale, recentemente costituito, di un Catalogo Formativo Nazionale (CFN) che punti ad omogeneizzare l’offerta formativa minima gratuita, su tutto il territorio nazionale, affiancandola ad una formazione professionalizzante. Le aziende che indirizzeranno i propri dipendenti verso la formazione, potranno accedere ad una premialità finanziata da un fondo istituito presso le casse edili, alimentato appunto con l’aliquota dello 0,20. Per potenziare l’offerta sulla sicurezza, le parti stanno anche discutendo un richiamo alla formazione in questo ambito ogni tre anni. Uno degli strumenti che potranno essere utilizzati è la Carta di identità professionale edile (CIPE): la sua introduzione aprirebbe possibilità di implementazione finalizzate alla semplificazione, alla gestione e alla qualifica di impresa. Si porta avanti, inoltre, anche il tema dell’avviso comune da sottoporre all’attenzione delle Istituzioni che, raccogliendo l’impegno delle parti alla qualificazione del settore, preveda l’accompagnamento di adeguate norme e investimenti pubblici a sostegno della costruzione di un percorso virtuoso.

«Se vogliamo redistribuire la significativa crescita che, tra bonus e Pnrr, il settore sta conoscendo e se vogliamo essere sempre più attrattivi per operai, impiegati e tecnici, in particolare per i più giovani, dobbiamo riconoscere aumenti salariali importanti», dicono i sindacati che nella loro piattaforma avevano chiesto un aumento di 100 euro. Mai come oggi, aggiungono i segretari generali di Feneal, Filca e Fillea, Vito Panzarella, Enzo Pelle e Alessandro Genovesi, «gli aumenti salariali qualificheranno questo rinnovo, alla luce sia degli aumenti inflattivi sia della forte crescita del settore». Da parte delle imprese c’è la disponibilità a confrontarsi «come sempre con la massima trasparenza e senza preconcetti anche sulle tematiche economiche – afferma Buia – senza però trascurare il fatto che se è vero che il settore sta vivendo una certa euforia, è anche vero che è tra i più gravati dal cuneo contributivo e fiscale e ci sono una serie di tematiche che hanno un forte impatto generale anche nell’edilizia».

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