Fisco e contabilità

Cartelle, più tempo per pagare

Sì del Parlamento alla risoluzione sulla riscossione che chiede di concedere fino a 150 giorni di tempo per pagare

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Più tempo per pagare le cartelle notificate dal 1° settembre scorso e possibilità di rimettere in corsa chi non ha pagato le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Due impegni chiesti ieri dal Parlamento al Governo con l’approvazione della risoluzione sullo stato della riscossione destinati a ad entrare nel decreto fiscale collegato alla manovra. E se i problemi congiunturali della riscossione saranno al centro del collegato fiscale atteso per venerdì prossimo in Cdm, i nodi strutturali della ex Equitalia e delle procedure di recupero dei ruoli evidenziati dalle commissioni Finanze di Camera e Senato nella risoluzione approvata ieri fanno rotta verso la legge di bilancio. Gli impegni chiesti da senatori e deputati al Governo spaziano dalla riforma dell’inesigibilità dei ruoli per ridurre il magazzino della riscossione alla stretta sui contribuenti recidivi che eludono o non pagano le cartelle, dalla fusione graduale di agenzia Entrate-Riscossione (Ader) nell’agenzia delle Entrate a una revisione delle sanzioni da ridurre nel caso di violazioni per errori formali. con la risoluzione il Parlamento, come ha sottolineato il presidente della commissione Finanze di Montecitorio, Luigi Marattin (Iv), ha preso posizione anche sulla riforma del contenzioso tributario scegliendo tra le due opzioni avanzate dalla commissione interministeriale sulla revisione delle liti fiscali, quella di introdurre un giudice speciale tributario, a tempo pieno e nominato con concorso pubblico, con una riserva di posti in favore di tutte le professionalità ora impegnate nelle Commissioni tributarie.

Tornando alla riscossione, come anticipato ieri su queste pagine, il Parlamento ha chiesto al Governo di concede 150 giorni in più per il pagamento delle cartelle notificate nei mesi successivi la ripresa delle attività di notifica e riscossione, ossia quelle inviate dal 1° settembre scorso. Un’ipotesi accolta con favore dal Governo che con il Dl in arrivo potrebbe ridurre a 120 giorni ma che nei fatti da una parte supera i problemi dello stesso agente della riscossione chiamato in poco tempo a notificare milioni di atti e dall’altra di concedere più tempo al pagamento delle rate a imprese e cittadini colpiti dalla crisi economica e sanitaria come chiesto a più riprese dalla maggioranza. Sullo stesso filone anche l’altra richiesta avanzata al Governo da tutte le forze politiche, ossia quella di garantire una più agevole ripresa della riscossione, concedendo la possibilità di allungare i termini per il pagamento delle rate dovute per la definizione agevolata dei carichi e di concedere una sospensione corrispondente a quella disposta in favore degli altri debitori di Ader, pari a 18 mesi, per lo meno con riferimento alle scadenze 2021.

Più difficile, invece, che il Governo recepisca l’impegno a non far decadere subito i contribuenti che non pagano le rate. Su questo, unico punto della risoluzione in cui il testo approvato prima differisce da quello della Camera, il Governo ha cambiato parere all’ultimo lasciando intendere che difficilmente si potrà arrivare, come chiedono le Camere, a prevedere un avviso preventivo sotto forma di intimazione per chi sta per perdere il vantaggio dei pagamenti rateizzati, concedendogli 60 giorni in più per saldare il conto e non decadere. Una soluzione che imporrebbe di emettere milioni di atti in più ingolfando ulteriormente l’attività di riscossione.

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