Amministratori

Genova, L’Aquila e Palermo al centrodestra, Lodi, Padova e Taranto al centrosinistra

Fdi, Lega e Fi vincono al primo turno anche a La Spezia e Pistoia. Ballottaggi invece a Parma, Catanzaro e Verona con l’ex calciatore Tommasi a sorpresa in vantaggio. Astensionismo ai massimi

di Riccardo Ferrazza

Il centrodestra si conferma vincente quando si presenta unito: così L’Aquila, Genova e Palermo vengono subito assegnate alla coalizione e lo stesso risultato si profila per La Spezia e Pistoia. Sul centrosinistra, invece, pesa il flop del Movimento 5 Stelle anche se la coalizione con Pd e M5S conquista Lodi, i conferma a Padova e dovrebbe centrare lo stesso risultato a Taranto. Sorpresa a Verona: la guida della città sarà decisa al ballottaggio tra il candidato del centrosinistra, l’ex calciatore della Roma Damiano Tommasi (in vantaggio spinto dalla sua lista che risulta la più votata), e il sindaco uscente Federico Sboarina che è riuscito a prevalere su Flavio Tosi, ex leghista sostenuto da Forza Italia, decisivo però per la sfida finale («Vogliamo valutare prima di decidere il da farsi»). Occhi puntati anche su Parma, quando al secondo turno del 26 giugno la città sarà contesa tra Michele Guerra (Pd e civiche) e Pietro Vignali (candidato di parte del centrodestra, Fratelli d’Italia esclusa). Sono i risultati - secondo le proiezioni e i primi dati reali - del primo turno delle elezioni amministrative in 971 comuni, che hanno interessato complessivamente quasi 9 milioni di elettori con un’affluenza in calo: 54,72% (secondo i dati relativi agli 818 comuni gestiti dal Viminale) rispetto al precedente 60,12%. Un «election day» che ha segnato il fallimento dei cinque referendum sulla giustizia promossi dai Radicali e dalla Lega. La fotografia complessiva (ma non definitiva con spoglio andato avanti fino a notte) nei 26 capoluoghi vede tredici ballottaggi (in 7 è avanti il centrosinistra, in 6 il centrodestra), 4 al centrosinistra.

Nel primo grande test elettorale in vista delle politiche del prossimo anno la competizione interna tra Fratelli d’Italia e Lega si chiude al Nord a favore del partito di Giorgia Meloni che è prima forza di coalizione nelle città principali come Verona, Padova e Genova. Il capoluogo ligure è uno dei centri in cui il centrodestra ha confermato i propri sindaci: Marco Bucci, sostenuto anche da Italia viva, è stato eletto per un secondo mandato. Lo stesso è accaduto a La Spezia (con Pierluigi Peracchini, nel 2017 primo sindaco di centrodestra della città), Pistoia (Alessandro Tomasi) e L’Aquila (Pierluigi Biondi). A Gorizia, invece, la giunta di centrodestra guidata da Rodolfo Ziberna non ce l’ha fatta a vincere al primo turno. Tra 15 giorni si guarderà con attenzione alla contesa con il centrosinistra in una città di appena 30mila abitanti che però nel 2025 sarà capitale europea della Cultura, con investimenti e progetti da realizzare. Storica la vittoria a Palermo con l’ex rettore dell’università Roberto Lagalla (la legge elettorale regionale assegna la vittoria a chi supera il 40% delle preferenze) che ha messo fine al regno quasi incontrastato per quarant’anni, anche se in più fasi, di Leoluca Orlando. Proprio sull’isola il centrodestra dovrà ora trovare un accordo difficile in vista delle regionali dell’autunno con Fdi che punta alla riconferma di Nello Musumeci.

Sul fronte opposto non nasconde la delusione il Movimento 5 Stelle per dati che «non ci soddisfano»: «Non possiamo cercare giustificazioni di comodo» ha riconosciuto il leader Giuseppe Conte sottolineando però che «le amministrative sono state sempre state un tabù per M5s». «Noi insisteremo con l’unità del fronte progressista, non ci stancheremo. Se il centrosinistra si divide vince la destra della Meloni», ha spiegato il responsabile Enti locali del Pd. Al Nord il centrosinistra può comunque gioire per la conquista di Lodi con il vicesegretario provinciale democratico, Andrea Furegato, che ha sconfitto la sindaca uscente, la leghista Sara Casanova. Al Sud il “campo largo” ha funzionato a Taranto, con Rinaldo Melucci che va verso la conferma per un secondo mandato. A Messina l’outsider della politica Federico Basile, uomo del sindaco uscente Cateno De Luca, ha sbaragliato gli avversari dei due poli e va verso la vittoria al primo turno.

Oltre a Verona, tra le sfide più interessanti al ballottaggio c’è quella di Parma con Michele Guerra (assessore alla cultura della giunta Pizzarotti) e Pietro Vignali (ex primo cittadino) con candidati scontati al secondo turno che partono però con un distacco inatesso di oltre venti punti.

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