Appalti

Pagamenti Pa/3. La media torna a crescere: 86 giorni. Maglia nera alle Asl calabresi

di G. Tr.

Nel 2018 i tempi medi di pagamento della Pa tornano a crescere dopo i progressi degli anni scorsi. Lo rileva l’Osservatorio dell’Ance che nel 1° semestre 2018 ha registrato una media di 86 giorni contro gli 84 del 2° semestre 2017. Questa battuta d’arresto dopo una discesa che dura tendenzialmente dal primo semestre 2013 è dovuta, secondo l’Ance, dall’assenza di specifiche misure e azioni di contrasto al fenomeno dei ritardi nell’ultimo anno.

Ma non sono le medie complessive a offrire la fotografia più nitida degli imprenditori, spesso piccoli e medi, in fila nell’attesa di vedersi pagare i lavori fatti nelle pubbliche amministrazioni. Il censimento ufficiale del Mef, aggiornato a ottobre, parla di pagamenti che in media arrivano in 55 giorni, e di ritardi medi «ponderati» (il termine di legge è di 30 giorni, ma raddoppia per la sanità) da 7 giorni. Lo stesso cervellone spiega che negli enti territoriali c’è stato un leggero peggioramento, due giorni in media, tra il primo e il secondo trimestre dell’anno: ma aggiunge che la motivazione è statistica, legata al fatto che da aprile il controllo si è esteso anche ai Comuni che prima non entravano nel calcolo.

Messa così, la situazione appare fisiologica, lontana anni luce dall’emergenza che invece si incontra spesso in giro per l’Italia, con una frequenza che cresce man mano che si scende verso Sud. E la ragione si individua quando dal generale si passa al particolare. E soprattutto quando ci si concentra sulla sanità, che insieme ai lavori pubblici domina il panorama dei pagamenti incagliati.

Tra i tanti record negativi inanellati dalla sanità calabrese c’è anche quello del calendario infinito nei pagamenti. Secondo i dati di Assobiomedica, che tastano il polso in tutta Italia alle aziende sanitarie locali, o ottobre l’attesa media all’Ospedale Mater Domini di Catanzaro ha raggiunto i 790 giorni. Due anni e due mesi che metterebbero in ginocchio anche l’azienda più solida, e che peraltro rappresentano ancora una volta una media tra fatture che si sono bloccate anche per più tempo e altre che invece ci hanno messo un po’ meno.

In confronto a questi dati, sembrano una passeggiata i 429 giorni medi registrati all’Ospedale Ciaccio, sempre a Catanzaro, ma anche i 482 impiegati in media dall’Azienda dei servizi alla persona di Crotone. Fuori dalla Calabria, la lumaca è Agrigento, con 353 giorni, mentre per trovare la prima lumaca del Nord occorre andare all’Asl 2 di Torino (226 giorni, 16esima in Italia).

È piemontese invece il Comune più lento, Alessandria (97 giorni), che non sembra riuscire a superare le ricadute del dissesto, mentre tra le Province domina La Spezia (118 giorni) e tra le Regioni l’Abruzzo (73 giorni). Tempi che disegnano una geografia puntuale dei problemi strutturali di liquidità dei singoli enti.

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