Amministratori

Spiagge sicure, entro il 18 luglio le domande dei Comuni per accedere ai contributi statali

di Alessandro Vitiello

Con l’arrivo dell’estate il fronte della guerra dichiarata dal Governo all’abusivismo commerciale e alla contraffazione si sposta in spiaggia. Il 18 luglio 2018 è il «D-day», giorno indicato dal gabinetto del ministro (circolare di ieri 12 luglio) come termine entro il quale i Comuni costieri rientranti nei paramentri indicati dalla direttiva Salvini del 6 luglio scorso (non essere capoluogo di provincia, avere meno di 50mila abitanti e un afflusso turistico superiore alle 500mila persone l’anno) devono portare in prefettura i propri progetti «Spiagge sicure» per poter accedere ai contributi dello Stato.
Il via libera dei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, poi, spiana la strada alle vere e proprie istanze di contributo, che non potrà superare i 50mila euro per amministrazione richiedente.

I progetti
L’arruolamento dei Comuni e quindi della Polizia municipale è considerato strategico, perché nessuna istituzione conosce meglio il territorio e può mettere in atto o proporre adeguate misure di prevenzione e controllo.
Misure a volte troppo impegnative per amministrazioni di piccole dimensioni, sia dal punto di vista economico, ecco l’aiuto dello Stato, sia per la carenza di personale, ecco le intese con le altre amministrazioni pubbliche interessate e con le associazioni rappresentative dei settori produttivi.
Essendo produzione, diffusione e consumo le tre dimensioni di illecito considerate dalle direttive ministeriali, il contributo dei Comuni può andare dal monitoraggio del territorio, con particolare riguardo a interventi che garantiscano un «sistematico e diffuso presidio degli arenili», vera linea Maginot della contraffazione, al controllo della presenza di immigrati irregolari che «sovente sono la forza lavoro delle organizzazioni criminali (italiane, ma non solo), fino alla promozione della legalità «nella domanda di beni da parte dei consumatori spesso inconsapevoli del disvalore e dei rischi dell’acquisto fraudolento».

Il contributo
L’aiuto concesso ai Comuni, a carico delle risorse del Fondo unico di giustizia assegnate al ministero dell’Interno, potrà essere usato per coprire spese correnti o per effetture investimenti, ma comunque non essere superiore a 50mila euro. Ammontare peraltro riducibile qualora le risorse stanziate non bastino per tutti i progetti dei Comuni ammessi al contributo.
Quattro i requisiti richiesti ai Comuni per essere ammessi a contributo:
1. ubicazione del centro urbano o di una o più frazioni sulla costa;
2. popolazione non superiore a 50 mila abitanti;
3. numero di presenze annue all’interno delle strutture ricettive non inferiore a 500mila, in base ai dati statistici Istat relativi al 2016 (si veda l’allegato 2 alla circolare 12 luglio 2018);
4. significativa presenza del fenomeno sul territorio.

L’appello ai prefetti
A chiusura, andando oltre i progetti promossi nell’ambito di «spiagge sicure», la circolare Salvini del 12 luglio chiama a raccolta tutti i prefetti affinché promuovano localmente «attività coerenti con gli specifici bisogni rilevanti», a ciò anche arruolando altri sggetti pubblici e privati disponibili a contribuire finanziariamente a realizzare interventi di prevenzione e contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale.

Il modello d’istanza

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