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Per il campus Biomedico della Capitale arriva l’ora del raddoppio

Un polo sulle scienze dell’uomo di caratura internazionale che in un solo spazio fisico – a regime di 90 ettari – metta insieme aule universitarie e campus, laboratori di ricerca per il trasferimento tecnologico nella biomedicina e nella bioingegneria e i letti dei pazienti a cui assicurare le cure più innovative. Questa l’ambizione dell’università campus biomedico di Roma – una piccola eccellenza alle porte della Capitale nella riserva di Decima Malafede – che oggi e domani presenta il suo progetto per raddoppiare i suoi spazi con un investimento che negli anni vale 200 milioni e per cui è stata selezionata una short list di sette studi di architettura provenienti da Usa, Colombia, Germania, Belgio e Italia per partecipare al concorso internazionale per un masterplan urbanistico e nuove architetture: in cantiere c’è un maxi ampliamento a 186mila mq di spazi e servizi dagli attuali 77.500.

Per la Capitale si tratta di un investimento che guarda al futuro, raro in questi ultimi anni, e che potrebbe sviluppare un indotto importante nell’area a Sud-Ovest della città. L’idea è innanzitutto di ampliare l’università fondata 25 anni fa – su ispirazione dell’Opus dei – che oggi conta circa 2mila studenti divisi tra medicina e ingegneria, il campus è infatti tra i pochi centri che fa ricerca sull’integrazione delle due discipline con diversi test a esempio sulla mano robotica. Con i nuovi spazi partiranno nuove lauree legate alle scienze dell’uomo e all’ambiente – dalla biologia alla chimica fino all’agraria – per arrivare a 5mila studenti. «Il primo round di investimenti di circa 30-40 milioni riguarderà 20mila metri quadrati di spazi da riservare al campus universitario per nuove strutture residenziali, aule e servizi, in modo da ospitare anche studenti e docenti dall’estero», avverte Domenico Mastrolitto, direttore generale dell’università che alle spalle ha il sostegno di una associazione e soprattutto di una Spa con partecipazione azionaria diversificata con la presenza di imprenditori, banche e fondi (tra i soci anche l’ad di Sorgente Valter Mainetti) che saranno in prima fila in questi nuovi investimenti.

Accanto all’anima «universitaria» saranno potenziate anche le altre due anime del campus: quella della ricerca che vanta già oggi un polo per la biomedicina e bioingegneria (il Prabb) e quello dell’assistenza sanitaria che conta su un Policlinico a gestione diretta. «Vogliamo più ricercatori a fianco dei nostri docenti e per questo saranno costruiti nuovi laboratori per fare ricerca e anche trasferimento tecnologico, incoraggiando la creazione di spin off e start up», aggiunge il direttore generale. Per la sanità l’obiettivo è arrivare a 400 posti letto (oggi sono 200) creando a fianco alle strutture per acuti del Policlinico anche quelle a bassa intensità (Rsa, hospice, ecc.). «Per noi – dice Mastrolitto – questo progetto rappresenta un grande investimento culturale e mostra la voglia di guardare al nostro sviluppo dei prossimi 25 anni».

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