Appalti

Imprese in crisi, Salini apre alla «cordata» italiana per il salvataggio di Astaldi

di Simone Filippetti

Nuovo tassello nella partita per il salvataggio di Astaldi, il secondo costruttore italiano schiacciato dai debiti e finito in concordato al Tribunale. Salini Impregilo, numero uno in Italia e tra i giganti europei delle grandi opere, apre all’ipotesi di una «cordata» per l’azienda in crisi.

Il gruppo numero uno in Italia con i suoi 6,5 miliardi di fatturato, si è già presentato al capezzale del concorrente: ha recapitato una manifestazione di interesse per l’azienda, ma limitata alla sola gamba delle costruzioni. Ora, però, è arrivata una nuova apertura, con l’idea di un gruppo di più investitori: «Pensiamo di poter aggregare altri partner, anche finanziari» ha annunciato Massimo Ferrari a margine dell’ «Italian Corporale Governance Conference», dove il general manager ha sposato la causa dell’attivismo degli azionisti nelle società quotate come un grande valore per l’Italia e per le sue aziende. Per Astaldi «abbiamo fatto un’offerta, il nostro progetto ha carattere industriale, pensiamo che la soluzione a questa come per altre partite che ci sono in Italia sia solo di carattere industriale». «Non ci sono scadenze immediate - ricorda - ma i tempi devono ovviamente essere brevi. Noi stiamo lavorando intensamente tutti i giorni quindi qualche evoluzione ci sarà».

Dopo la freddezza di Astaldi di fronte all’offerta, la nuova mossa di Salini Impregilo serve a rimettersi al centro del dossier. Il gruppo romano guidato da Paolo Astaldi ha bisogno di nuova liquidità: da tempo sta cercando un finanziamento ponte, si stima attorno ai 150 milioni, per tenere aperti i cantieri (i più sensibili sono il Quadrilatero Umbria-Marche, dove Astaldi è indebitata per 40 milioni; e la Metro 4 di Milano, il cui primo troncone è atteso per il 2021). Nelle settimane scorse Astaldi aveva sondato anche degli alternative lender, dei finanziatori particolari come i fondi opportunisti Apollo, Fortress ed Elliott (proprietario dell’AC Milan e azionista di TIM). Una cordata con Salini capofila potrebbe risolvere tutti i nodi: trovare un azionista industriale e un supporto finanziario.

Due giorni fa, dopo le dichiarazioni del presidente di Intesa Sanpaolo GianMaria Gros-Pietro, favorevole a fusioni nel settore delle costruzioni,il titolo era volato del 23%; ieri si è sgonfiato del 10%. La prossima settimana Astaldi dovrà presentare al Tribunale il piano di rientro coi creditori e probabilmente chiederà una proroga di altri 60 giorni per il documento definitivo.

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