Imprese

Aumenti bollette, il Tar unifica i ricorsi delle utility

A marzo la decisione sul merito. Il Codacons valuta il ricorso contro l'Antitrust

di Laura Serafini

Il Tar del Lazio ha unificato le richieste di sospensiva dei provvedimenti dell'Antitrust sul blocco degli adeguamenti dei contratti di energia sul libero mercato di sei utility: Enel, Eni Plenitude, Edison, Engie. A2a e Hera. E ieri ha stabilito di rinviare all’udienza di merito, con prima data possibile il 22 febbraio, per stabilire l’ambito di applicazione delle norme previste dai decreti Aiuti Bis e Milleproroghe. E cioè, quando si ricade nella modifica unilaterale del contratto (vietata fino a giugno) e quando invece sono possibili adeguamenti in presenza di condizioni economiche in scadenza. Il limite è molto sottile e può essere letto e interpretato in maniera differente a seconda di quanto previsto nei contratti originali sui quali sono state costruite le condizioni economiche. E questo apre a un’ampia casistica (tra formule che prevedono forme tacite di proroga, se la scadenza c'è oppure non è determinata o determinabile e così via). Per questo motivo ieri il presidente del Tar del Lazio ha fornito l’indicazione di voler poi entrare nel merito caso per caso, a seconda delle differenti utility.

Le posizioni di A2A ed Hera sono invece stralciate perché l’Antitrust aveva ritirato i provvedimenti nei loro confronti dopo la pronuncia del Consiglio di Stato, che lo scorso 22 dicembre aveva sconfessato l’interpretazione estensiva dell’Antitrust sul blocco per le condizioni economiche andate a scadenza. I provvedimenti erano stati invece parzialmente confermati per Enel, Eni Plenitude, Edison (assistita dagli studi Irti, Bruti Liberati e Cleary Gottlieb), Engie, Acea. Per queste ultime società, che comunque stanno andando avanti con gli adeguamenti dei prezzi dei contratti di energia, l’Antitrust nel frattempo potrebbe avviare la contestazione dell’inottemperanza delle aziende rispetto al divieto di procedere con gli aumenti. Questo procedimento richiederebbe però 150 giorni di tempo e quindi, nel frattempo, potrebbe arrivare la decisione nel merito del Tar che farebbe chiarezza su tutto il contesto.

A complicare la già intricata vicenda c’è anche la memoria presentata ieri dal Codacons, nella quale annuncia a sua volta ricorso contro l’Antitrust perché a dicembre ha in parte revocato i provvedimenti contro gli aumenti. La motivazione sarebbe nella discriminazione che potrebbero avere i clienti, tra quelli che subiscono gli aumenti perché scadono ora le condizioni economiche e chi invece nel li subisce.

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