Fisco e contabilità

Sardegna prima per aiuti a chi resta senza lavoro, ma nella sanità è indietro

Al terzo posto nella classifica della Spesa del Welfare Index Italia 2021

di Davide Madeddu

É una posizione altalenante, a seconda degli indicatori, quella della Sardegna: nel Welfare Italia Index, si posiziona al quattordicesimo posto con un punteggio di 62,5 nella scala da zero a 100. Se si legge però la parte relativa agli indicatori di spesa si scopre che la Sardegna ha un punteggio di 74,6 e occupa il terzo posto. La performance peggiora nettamente se si guarda agli indicatori strutturali dove il punteggio scende a 50,5.

A leggere gli indicatori di perfomance si scopre che la Sardegna occupa la prima posizione, (con l’8% della popolazione 15-64 anni) nell’ambito della Naspi, ossia il sussidio di disoccupazione per coloro che hanno perso il lavoro. La seconda posizione, riguarda invece la spesa in spesa in interventi e servizi sociali pro capite: 243 euro procapite contro i 127 nella media nazionale. C’è poi la quinta posizione per reddito di cittadinanza. «Nonostante il terzo posto occupato nel complesso per gli indicatori di spesa, la Sardegna presenta ancora lacune in diversi Kpi - si legge -. La Regione è quindicesima per spesa sanitaria privata, 349 euro contro la media italiana di 479 euro, mentre è sedicesima per spesa previdenziale media su popolazione over 65 (928 euro contro la media italiana di 1.140 euro) e per spesa media regionale per gli asili nido (5.015 euro contro la media italiana di 5.537 euro).

«La spesa sanitaria assorbe il 40% circa del bilancio regionale, pari a tre miliardi e 800 milioni circa con risultati mediocri - commenta Marco Grecu, segretario regionale dello Spi Cgil -, mancano strutture di eccellenza, solo qualche buona performance nei grossi ospedali, ne è la dimostrazione la notevole spesa passiva per i fuori regione. Una sanità prevalentemente a carico del bilancio regionale per assistere una popolazione in costante declino demografico e denatalità crescente». Per Grecu poi «la spesa sanitaria privata è bassa, probabilmente dovuta alla scarsa capacità reddituale, il reddito medio è di circa 17 mila euro. Diciamo che un terzo dei sardi vive di pensione e il tasso di disoccupazione è notevole».

Per Stefano Usai, economista e docente all’Università di Cagliari la sfida è «quella demografica». «È la grande mannaia che abbiamo sulla testa in Italia e negli altri paesi europei e in particolare in alcune regioni - dice -. Sicuramente rientra la Sardegna che deve fare i conti con uno squilibrio territoriale». Senza dimenticare poi l’abbandono scolastico «sia alle scuole superiori sia all’università», cui non corrisponde un ingresso nel mondo del lavoro.

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