Urbanistica

Bonus, i controlli preventivi bloccano mezzo miliardo di sconti sospetti

I dati della GdF fotografano gli illeciti legati ai bonus edilizi: il superbonus resta in coda alla classifica delle frodi

di Giuseppe Latour

Superbonus in coda alla classifica delle frodi: l’incidenza maggiore di illeciti resta legata a bonus facciate ed ecobonus, che da soli pesano circa l’80 per cento del totale. Quasi mezzo miliardo di euro di crediti sospetti è, poi, rimasto incagliato nella rete dei controlli automatici e preventivi della piattaforma dell’agenzia delle Entrate.

Mentre si registra un impatto molto rilevante delle norme approvate nel corso degli ultimi mesi: la quasi totalità delle frodi resta, infatti, legata al periodo precedente il decreto Antifrodi di novembre e il decreto Sostegni ter di gennaio.

Sono gli elementi che arrivano dal Terzo reparto operazioni della Guardia di Finanza e che consentono, in esclusiva sul Sole 24 Ore, di comprendere meglio cosa c’è dietro i dati che, nei giorni scorsi, sono stati resi pubblici dal Comandante generale della Gdf, Giuseppe Zafarana, sulle frodi legate ai bonus edilizi.

Ad oggi – va ricordato - le indagini e le attività di analisi svolte in collaborazione tra Guardia di Finanza e agenzia delle Entrate hanno permesso di accertare crediti di imposta inesistenti per 5,64 miliardi di euro.

Partendo dalle misure cautelari, dopo la fiammata di sequestri dell’ultimo bimestre 2021 (1,36 miliardi), siamo passati agli 880 milioni del primo bimestre 2022 e ad appena 196 milioni di sequestri nel secondo bimestre dell’anno. Il maxi sequestro di ieri porta il conto del terzo bimestre del 2022 a quota 823 milioni di euro.

Si tratta, però, di accertamenti che – secondo quanto spiegano fonti del Terzo reparto operazioni – riguardano in massima parte frodi maturate prima della stretta antifrodi di novembre scorso (il 12 novembre è entrato in vigore proprio il decreto Antifrodi), poi consolidata dal decreto Sostegni ter di gennaio. Sicuramente, è merito della stretta nei controlli degli ultimi mesi e, allo stesso tempo, è l’effetto della consistente frenata che ha registrato il mercato dei bonus edilizi.

Con l’operazione di ieri, le somme oggetto di sequestri preventivi sono arrivate a circa 3,2 miliardi. Altri 2 miliardi sono oggetto di indagini o di richieste di sequestro inoltrare all’Autorità giudiziaria.

Infine, 452 milioni di euro sono stati sospesi e scartati sulla piattaforma per la cessione dei crediti dell’Agenzia, per effetto della procedura introdotta, all’articolo 122 bis del decreto Rilancio, ancora una volta dall’Antifrodi di novembre scorso: le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura che presentano profili di rischio, in base a verifiche automatiche, vengono congelate entro cinque giorni e poi sottoposte a un round specifico di controlli, da chiudere entro un massimo di 30 giorni. Su questo fronte, ha lavorato una task force tra agenzia delle Entrate e Nucleo speciale Entrate della Guardia di Finanza.

Le indagini di questi mesi, poi, confermano la tendenza già indicata dal direttore dell’agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini lo scorso febbraio: il superbonus 110% produce una quota nettamente residuale di frodi, nell’ordine del 3 per cento. Numeri leggermente più alti riguardano agevolazioni come il sismabonus e il bonus locazioni. Ma il vero elemento critico riguarda altri due sconti fiscali: il bonus facciate e l’ecobonus, che da soli viaggiano nell’ordine dell’80% degli illeciti totali.

A valle delle frodi, infine, si sta già aprendo un nuovo fronte, al quale sta lavorando una specifica task force tra la Guarda di Finanza e il ministero dell’Economia, che punta a recuperare le somme sottratte allo Stato. Nel mirino ci sono i due miliardi di euro di crediti inesistenti monetizzati attraverso intermediari finanziari.

Questi fondi vengono, quasi sempre, dirottati all’estero e reinvestiti in attività economiche, finanziarie o speculative. Il lavoro della Gdf punta, attraverso un incrocio di dati, ad analizzare questi movimenti, con attenzione particolare verso le operazioni sospette che comportano passaggi di capitali verso l’estero.

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