Appalti

Caro-materiali, dietrofront del Tar sul decreto Mit per le compensazioni: si sbloccano i ristori alle imprese

Dopo averlo bocciato ora il Tribunale promuove il sistema di rilevazione dei prezzi dei materiali più significativi, contestato dall'Ance. Porta Pia annuncia rimborsi immediati per Pa e imprese

di Mauro Salerno

Prima bocciato, ora promosso. È lo strano destino del sistema di rilevazione dei prezzi dei materiali di costruzione più significativi utilizzato dal ministero delle Infrastrutture (all'epoca Mims) per individuare le somme da rimborsare alle imprese colpite dal caro-materiali nel corso del 2021. Il meccanismo, previsto in due diversi decreti del ministero (allora guidato da Enrico Giovannini) era stato contestato dall'Ance di fronte al Tar del Lazio che aveva almeno in parte accolto le obiezioni dei costruttori, chiedendo a Porta Pia un supplemento di indagine su diversi materiali che mostravano scostamenti lontani dai reali valori di mercato.

Con la sentenza arrivata il 21 aprile (n. 6894/2023) il Tar ha ribaltato le posizioni in campo. I giudici amministrativi che prima avevano bocciato sia il Dm 11 novembre 2021 (relativo alla rilevazione dei rincari del primo semestre 2021) sia il Dm 4 aprile 2022 (con le rilevazioni dell'aumento dei prezzi dei materiali registrati nel secondo semestre del 2021), ora hanno invece dichiarato la legittimità di quest'ultimo provvedimento.

Per il Mit è una vittoria che comporta anche una buona notizia per stazioni appaltanti e imprese: entrambe dovrebbero vedersi sbloccare al più presto i fondi incagliati. «In considerazione della sentenza favorevole - segnala su questo punto una nota del ministero -, verrà ripreso immediatamente l'iter per l'erogazione del Fondo per l'adeguamento dei prezzi dei materiali da costruzione più significativi, sospeso su parere dell'Avvocatura di Stato, in favore delle restanti 336 stazioni appaltanti, che hanno presentato regolare istanza di accesso al fondo relativamente al secondo semestre dell'anno 2021».

Si tratta dei fondi di cui gli stessi costruttori avevano più volte denunciato il blocco, lamentando il ritardo dei trasferimenti alle imprese. basta pensare che secondo le stime dell'Ance finora solo il 13% dei fondi stanziati per fare fronte ai maggiori costi sostenuti dai cantieri in corso nel secondo semestre 2021 è stato corrisposto alle imprese. Ancora peggiore è la situazione relativa ai fondi relativa al periodo gennaio-luglio 2022 con pagamenti limitati al 2 per cento. Inutile parlare dei fondi relativi al periodo agosto-dicembre 2022 per i quali è stata solo aperta l'istruttoria.

Ora la sentenza del Tar dovrebbe sbloccare l'impasse. Resta la sorpresa per il cambio di rotta sulla valutazione del sistema di rilevazione dei prezzi utilizzato dal ministero. Nel provvedimento (ordinanza n. 8512/2022, depositata lo scorso settembre ) i giudici evidenziavano come all'interno dei prezzi dei materiali esistessero scostamenti che vanno «dal 20% a oltre il 40% - laddove le Linee guida per la rilevazione sui prezzi dei materiali da costruzione prescrivono la necessità di "evitare differenze anomale tra le varie fonti (e, all'interno di ciascuna fonte, tra i vari territori o tra materiali simili)"». Un gap giudicato troppo alto e tale, agli occhi dei giudici, da suggerire l'accoglimento della sospensiva del decreto «a fini riesame».

Dopo aver ricevuto dal ministero (il 27 gennaio 2023) la nota «con la quale veniva confermata la correttezza della metodologia adottata e, di conseguenza, la congruità dei dati rilevati» la nuova valutazione del Tar è che «l'attività istruttoria condotta dal Mims a conclusione del vaglio della documentazione versata in giudizio appare completa e rispettosa di una metodologia idonea ad offrire ampie garanzie di attendibilità». Per i giudici, «in definitiva l'attività condotta dal Mims, in un contesto connotato da marcata fluttuazione dei prezzi appare essersi inserita in un iter affinato e idoneo ad offrire garanzie di attendibilità e a contenere le criticità connaturate alla situazione congiunturale». Dunque il sistema di rilevazione dei prezzi ora è promosso e i ristori (si spera) sbloccati.

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