Imprese

Federcostruzioni, dopo il boom arrivano i primi segnali di gelata

L'anno scorso la produzione ha segnato un +19,7% a 475 miliardi, pari a un terzo del Pil. Atteso invece per il 2022 uno stop per gli investimenti nelle costruzioni (+0,5%)

di Ilaria Vesentini

Riunito da oggi a Saie, la più importante fiera nazionale dell'edilizia tornata quest'anno a Bologna con i numeri delle grandi edizioni pre Covid, il mondo delle costruzioni si interroga su come affrontare la nuova gelata in arrivo, dopo l'impennata dello scorso anno (+19,7% la produzione a 475 miliardi di euro, un terzo del Pil italiano, e +7,7% l'occupazione con 2,8 milioni di occupati, il 12% della forza lavoro del Paese). L'ascesa dei prezzi, da un lato, e le norme su bonus e appalti, dall'altro, stanno paralizzando già ora la filiera, con la previsione di uno stop degli investimenti nel 2022 e della minaccia recessiva nel 2023, nonostante il ricostituente dei 108 miliardi di investimenti del Pnrr. «Non bastano azioni compensative, costose e non sostenibili a lungo, il Governo deve mettere in atto interventi regolatori di tipo strutturale per attenuare i rincari dell'energia e i loro effetti su famiglie e imprese, che sulla filiera delle costruzioni hanno un impatto amplificato perché è costituita di industrie energivore come acciaio, cemento, ceramica, vetro, che oggi operano in condizioni drammatiche», interviene Paola Marone, Presidente Federcostruzioni, che oggi all'evento inaugurale di Saie (in corso fino al 22 ottobre nei padiglioni di BolognaFiere), presenterà i numeri del Rapporto 2021 sul settore.

Numeri da capogiro, dopo un decennio di emorragia che ha cancellato oltre 600mila posti di lavoro: i 51,6 miliardi aggiuntivi di valore della produzione del 2021, rispetto al 2019 pre-pandemico (78 miliardi in più nel confronto sul 2020), sono stati il vero propulsore della ripresa italiana, a conferma dell'efficacia dei bonus fiscali. Ance illustrerà oggi i dati dei primi nove mesi dell'anno del superbonus 110%: gli interventi legati all'efficientamento energetico sostenuti dal superbonus sono saliti a fine settembre a 307.191, per un controvalore di 51 miliardi di euro (di cui il 76% riferiti a lavori già realizzati) e nel solo mese di settembre si è registrato un ulteriore e consistente aumento del 25,9% in numero e del 19% nell'importo (ossia 63mila interventi in più per un valore corrispondente di circa 8,2 miliardi, secondo i dati del monitoraggio Enea-MISE-MITE). Purtroppo le previsioni del Centro studi Confindustria e Ance non lasciano spazio a illusioni per questo 2022, che si prevede chiuderà con un sostanziale stop degli investimenti in costruzioni (+0,5%), dopo il +16,4% del 2021. Alla frenata prevista del Pil (+3,4% nel 2022, un ritmo dimezzatosi in dodici mesi) si sommano gli effetti dello stop alla cessione dei crediti maturati con i bonus edilizi (impasse risolta solo a inizio mese), dei costi dell'energia decuplicati rispetto a inizio 2021 e dei rincari di materiali che imporrebbero rialzi di oltre il 30% dei bandi d'appalto già aggiudicati, per non assistere a un blocco dei cantieri lungo tutto lo stivale.

«La nuova circolare 33 delle Entrate sgombra finalmente il campo dai dubbi che in questi mesi hanno paralizzato la cessione dei crediti da bonus edilizi. Ora però è necessario che la nuova maggioranza di Governo lanci un segnale di fiducia – è l'appello di Federica Brancaccio, presidente di Ance - invitando anche Poste e Cdp a ripartire per ridare slancio al mercato. E dobbiamo guardare al futuro e pensare a soluzioni strutturali per una politica industriale orientata alla sostenibilità».Ance Emilia Area Centro, che dal 2019 riunisce oltre 400 costruttori di Bologna, Modena e Ferrara, ha scelto gli spazi del Saie per tenere, domani, l'assemblea generale e affrontare il tema della riqualificazione delle città, vero volàno della transizione green: «Non serve solo un nuovo Codice degli appalti che renda attuabile il Pnrr entro il 2026 – sottolinea il presidente Leonardo Fornaciari – ma una legge per la rigenerazione urbana, perché per raggiungere gli obiettivi Ue occorrono azioni strutturate e strumenti certi per intervenire non solo su singoli edifici ma su interi quartieri».

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