Fisco e contabilità

Due nuovi standard per la riforma «accrual»

Rilasciati dalla struttura di governance i parametri per Itas 2 e Itas 10

di Andrea Biekar e Patrizia Ruffini

Pubblicati i primi due standard della riforma accrual. Prosegue da parte della struttura di governance il lavoro di definizione di un sistema unico di contabilità economico patrimoniale per le pubbliche amministrazioni, basato sul principio accrual. Le attività connesse all'attuazione della Riforma 1.15 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, denominata "Dotare le Pubbliche amministrazioni di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale accrual" sono state, infatti, affidate alla Struttura di governance (articolo 9, comma 14, del Dl 152/2021).

Le novità riguardano gli standard contabili ITAS 2 e ITAS 10, approvati nella seduta del 14 dicembre 2022.

Nell'ITAS 2 "Politiche contabili, cambiamenti di stime contabili, correzione di errori e fatti intervenuti dopo la chiusura dell'esercizio", viene disciplinato come trattare le fattispecie eccezionali e modificative del bilancio.

In particolare, sono indicati i criteri per la scelta e il cambiamento di politiche contabili, nonché: il trattamento contabile; l'informazione integrativa sui cambiamenti di politiche contabili; i cambiamenti di stime e le correzioni di errori relativi a esercizi precedenti.

Lo standard, inoltre, stabilisce quando un'amministrazione deve tener conto, nella redazione del proprio bilancio d'esercizio, di fatti intervenuti dopo la data di chiusura dell'esercizio e le informazioni integrative da fornire in merito ai fatti intervenuti dopo la data di chiusura dell'esercizio.

In base al nuovo standard, l'amministrazione dovrà correggere gli errori rilevanti commessi in esercizi precedenti retroattivamente nel primo bilancio d'esercizio successivo all'individuazione dell'errore, effettuando la rilevazione contabile nel momento in cui l'errore viene individuato. La correzione richiede la rettifica delle attività e passività interessate, utilizzando come contropartita il patrimonio netto.

L'ITAS 10 postula in ordine alla rilevazione delle rimanenze.

Nelle amministrazioni pubbliche queste includono, prevalentemente, beni destinati ad essere impiegati nella produzione di servizi o ad essere ceduti a terzi; talora, i beni compresi nelle rimanenze sono destinati ad essere impiegati nella produzione di altri beni.

Lo standard individua le principali tipologie di rimanenze:
a) le materie prime;
b) i semilavorati;
c) le materie sussidiarie;
d) i materiali di consumo;
e) i materiali per la manutenzione e le parti di ricambio, diversi da quelli rientranti nell'oggetto dell'ITAS 4 - Immobilizzazioni materiali;
f) i prodotti in corso di lavorazione;
g) i beni acquistati per la successiva vendita;
h) i prodotti finiti;
i) i prodotti agricoli successivamente al raccolto;
j) i terreni o gli altri beni immobili destinati alla vendita (solo se tale operazione rientra nell'attività principale dell'amministrazione).

I beni rientranti nelle rimanenze inizialmente sono rilevati al costo di acquisto o al costo di produzione. La loro valutazione sarà al minore tra il costo e quello di sostituzione. Nello specifico, il costo delle rimanenze di beni non fungibili sarà determinato sulla base del metodo Fifo (calcolato in continuo o per scaglioni annuali) oppure del metodo del Costo medio ponderato (calcolato in continuo o su base annuale). Il metodo di valutazione andrà scelto per categorie omogenee di beni aventi natura e utilizzo simili.

Infine, prima di questi due standard era stato approvato il Quadro Concettuale, che definisce, tra l'altro, i postulati del bilancio. I postulati rappresentano i principi generali di redazione dei documenti finanziari per finalità informative generali che garantiscono la qualità dell'informazione e la rendono utile agli utilizzatori. Essi sono:
a) Significatività;
b) Rappresentazione fedele;
c) Prudenza;
d) Verificabilità;
e) Comprensibilità;
f) Comparabilità;
g) Tempestività;
h) Continuità.

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