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Trasporti locali, la milanese Atm in corsa per la metrò di Salonicco

Inviata l’offerta alla Grecia per la gestione della nuova linea in costruzione

di Sara Monaci

Atm, società del trasporto pubblico milanese, tenta la carta greca. Pochi giorni fa ha inviato un’offerta per la gestione della metro di Salonicco, città di medie dimensioni che sta progettando di ampliare il servizio di trasporto pubblico: c’è già una linea in fase di costruzione, che dovrebbe essere completata nel giro di pochi mesi, mentre si sta già progettando un successivo prolungamento. La partecipata milanese punta dunque alla gestione di questa nuova infrastrastruttura, che avrà a breve 12 chilometri di lunghezza con 13 stazioni (che diventeranno 18 in un secondo momento). La società che si occupa di realizzare l’opera è la greca Metro Automatic Tessaloniki.

Alla gara Atm partecipa all’interno di un raggruppamento di imprese chiamato “Thema”, di cui fa parte anche la francese Egis. L’aggiudicazione avverrà entro fine anno e per ora non si sarebbero fatti avanti concorrenti internazionali. Ci sarebbe solo una seconda offerta proveniente da una società greca. Fatto che da una parte rende sicura Atm, dall’altra fa immaginare una possibile logica politica interna più favorevole ad un soggetto nazionale (anche se tecnicamente una gara deve seguire parametri oggettivi).

La durata del contratto greco è di 11 anni. La cifra è ancora riservata.

Le gare all’estero

Atm e Egis si sono già riunite in un’Ati per partecipare alla gara per la gestione delle linee 16 e 17 della metro di Parigi, in concorrenza con i francesi di Rpt, Keolis e Transdev. L’aggiudicazione, anche in questo caso, avverrà a fine anno.

Non è invece andato bene l’appalto a Riad. L’Arabia Saudita non ha dato a Atm la gestione della sua metro, lo ha comunicato lo scorso dicembre.

Atm intanto continua a gestire la metro di Copenaghen, di cui ha vinto la gara nel 2008: 21 chilometri di linea, 22 stazioni - di cui 13 in superficie -, per un servizio effettuato dal lunedì alla domenica, 24 ore su 24. La metro è completamente automatizzata, quindi senza conducente, come avviene a Milano con le metro 4 e 5. Valore: 100 milioni all’anno.

La politica “espansiva” di Atm verso altri paesi è spinta soprattutto dal fatto che la gestione dei trasporti a Milano non è più sufficiente a garantire bilanci in utile o in pareggio.

È un problema nato con il Covid ma evidentemente destinato a rimanere tale. La tendenza è infatti confermata anche negli ultimi mesi: i passeggeri sono stabilmente il 20% circa in meno rispetto al 2019. Da una parte lo smart working, dall’altra l’abitudine a muoversi con mezzi personali hanno ridotto sensibilmente il numero di passeggeri, il che vuol dire meno entrate finanziarie. In più ora il Comune ha da gestire la fase crescente delle quote da pagare per la Metro 4, la linea in fase di costruzione (di cui sono state aperte le prime 6 stazioni). Nel 2023 costerà 60 milioni, tra soli 2 anni la rata schizzerà a 100 milioni. E per almeno un decennio la cifra è destinata a salire.

L’aumento del biglietto singolo a 2,20 euro aiuta solo parzialmente, c’è stato anche bisogno di una riduzione del 3% del servizio di superficie offerto da Atm, che tuttavia riduce i costi per soli 3 milioni. Nel 2020 Atm ha chiuso il bilancio con una perdita di 64 milioni; nel 2021 con - 16 milioni. Anche se quest’anno si punta al pareggio, le gare all’estero sono comunque considerate importanti, se non indispensabili, per far quadrare i conti.

Ma a Milano la gara slitta ancora

Atm può partecipare alle gare all’estero per il fatto che a Milano il servizio non viene svolto in modalità in-house ma è stato aggiudicato tramite gara. L’affidamento è stato prolungato fino al 2023, per via delle normative Covid. Ora si dovrebbe ipotizzare una nuova gara per Milano (e Atm intendeva partecipare all’interno della compagine Next Milano), ma la Pubblica amministrazione studia la possibilità di un’ulteriore proroga per il 2024, giustificabile con il fatto che il contratto di servizio offerto da Palazzo Marino è ormai troppo basso per garantire un’effettiva concorrenza, considerando gli extracosti energetici e le quote della metro 4. Tradotto: se nessun altro si presenta alla gara, tanto vale mantenere lo status \quo.

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