Amministratori

Concorrenza, l'intesa vira sul maxi-indennizzo ai balneari

Spunta il project financing per la prelazione ai concessionari uscenti

di Carmine Fotina

Il disegno di legge per la concorrenza si sblocca con i voti meno impegnativi. Mentre si tratta ancora sulle concessioni balneari, in relazione alla quantificazione degli indennizzi, alla fine ha prevalso l’orientamento del ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà di iniziare comunque a far marciare il provvedimento in commissione Industria al Senato. Si è partiti dalla bocciatura degli emendamenti sugli articoli che, secondo lo schema messo a punto fra maggioranza e Governo, saranno approfonditi e modificati in seconda lettura alla Camera: gli articoli 7-8 che riguardano il tema del trasporto pubblico locale, tra cui taxi e noleggio con conducente, e gli articoli da 19 a 24 che riguardano tlc e semplificazioni per le imprese.

Sulle concessioni balneari siamo ampiamente ai tempi supplementari, considerato che secondo quanto emerso ieri dalla conferenza dei capigruppo del Senato il testo dovrebbe essere votato in Aula lunedì 30. L’obiettivo conseguente sarebbe approvarlo in commissione già domani.

Stamattina alle 9 l’ennesima riunione tra maggioranza e governo, estesa ai capogruppo della Camera, potrebbe essere determinante anche se in tutta questa vicenda, condizionata da un tatticismo politico esasperato, la cautela resta inevitabile. La riformulazione governativa presentata ieri mattina da Gilberto Pichetto, il viceministro dello Sviluppo economico che infaticabilmente sta coordinando il dialogo tra governo e maggioranza sull’intero Ddl, ha rappresentato a detta di tutti i partiti un passo avanti ma non quello definitivo.

Entrando nel dettaglio, in queste ore superindennizzi e project financing si stanno rivelando tasselli decisivi. Quanto alle proroghe, sembra condivisa ormai l’idea di concedere un allungamento di un anno alla scadenza delle concessioni, fino alla fine del 2024, nel caso in cui i Comuni incappino in impedimenti oggettivi, compresi contenziosi, che non permettano la conclusione delle gare entro il 2023 come previsto dal Consiglio di Stato. Restano semmai dubbi, sollevati da Pd e Iv, su come delimitare le circostanze che consentirebbero il rinvio, anche per evitare una pioggia di ricorsi strumentali. Si negozia invece sul maxi-indennizzo, che via via sta prendendo forma, a favore dei concessionari uscenti e a carico dei subentranti. Forza Italia e Lega premono perché sia considerato, ai fini della determinazione dell’indennizzo, «in ragione della perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico», il valore «effettivo» dei beni immobili e non il valore «residuale», al netto cioè degli ammortamenti. Anche il Pd spingerebbe per un rafforzamento dei risarcimenti. Una soluzione allo studio verterebbe sull’introduzione di una deroga al Codice della navigazione, che obbliga in questo momento a calcolare indennizzi solo una volta detratti gli ammortamenti. Non solo, sarebbero riconosciuti anche altri beni oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa, inclusi dunque i beni strumentali. Ieri sera si è discusso inoltre della possibilità di omettere il riferimento ai libri contabili (richiesta di Iv) e di lasciare in piedi, per la valutazione della perdita dell’avviamento e del valore aziendale, solo la perizia giurata (M5S chiede che sia effettuata da un soggetto pubblico).

La deroga al Codice della navigazione potrebbe servire anche ai Comuni per pubblicare avvisi sulla base del project financing, procedura che darebbe di fatto una prelazione agli attuali titolari che potrebbero mettere a “gara” una loro proposta per poi mantenere la concessione se pareggiassero un’eventuale controproposta. Insomma, si profila un quadro di ampie tutele per i concessionari uscenti anche se questo finora non è bastato a scardinare la melina di Lega e Forza Italia. Ieri tre senatori della commissione Industria che militano in “Italia al Centro” - Sandro Biasotti, Francesco Mollame e Maria Rosaria Rossi - dopo l’incontro di lunedì con il premier Draghi, hanno confermato l’intenzione di votare a favore della proposta del governo.

Intanto si preannuncia un passaggio parlamentare tormentato anche alla Camera. I deputati della Lega Elena Maccanti, capogruppo in commissione Trasporti, ed Edoardo Rixi, responsabile nazionale Infrastrutture, hanno già chiarito che aria tirerà chiedendo con largo anticipo lo stralcio dell’articolo 8 sulla riforma dei taxi.

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