Urbanistica

Olimpiadi invernali 2026, al via i lavori per le due nuove arene di Milano

La struttura al Santa Giulia e l’Ovale a Rho saranno convertite dopo i Giochi

di Sara Monaci

Due nuove strutture a Milano stanno prendendo forma in parallelo: l’Arena Santa Giulia, di proprietà di Cts Eventim, e l’Ovale di Rho, di proprietà della Fondazione Fiera Milano. Due strutture finalizzate nell’immediato alle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026, ma che poi rimarranno alla città per la realizzazione dei futuri eventi sportivi, culturali, musicali. Le due grandi arene saranno quindi attive, per la loro seconda vita, da fine 2026, contendendo così la centralità del forum di Assago.

Partiamo dal palazzo del ghiaccio, progettato dall’architetto britannico David Chipperfield, che nel quartiere Santa Giulia di Milano ha appena dato il via ai lavori. Con un investimento ipotizzato di 180 milioni - ma con extracosti che potrebbero arrivare addirittura al 50% -, rappresenterà per le Olimpiadi invernali il palazzetto dell’hockey maschile, per poi diventare, da fine 2026, un’arena polifunzionale, un teatro con almeno 120 eventi l’anno, tra manifestazioni, concerti, musical e grandi eventi live. La capienza è di 16mila posti e sarà la più grande arena d’Italia, stando a quanto dichiarato dal ceo di Cts Eventim Klaus Peter Schulenberg, che ieri a Palazzo Marino, in presenza del sindaco Giuseppe Sala, ha precisato anche che la struttura sarà pronta già a inizio 2025 e consegnata operativamente a fine anno. Il problema degli extracosti è ancora da risolvere. Si parlava a inizio anno del 30% in più, a causa dell’incremento del costo di energia e materie prime. Ora l’ipotesi è che si possa arrivare a superare il 40%, fino a punte del 50% in più. In che modo verranno sostenuti i costi? Il sindaco Sala ha precisato che «al momento non ci sono impegni per il pubblico, ma è chiaro che prosegue il dialogo con il governo per trovare una soluzione», «vedremo se troveremo qualche forma di supporto». Più tranquilla la situazione, almeno per quanto riguarda gli extracosti, a Rho. Qui il progetto di realizzazione di una struttura permanente, essendo recente , già tiene conto del problema. L’investimento si aggira tra i 10 e i 15 milioni.

La struttura di base già esiste, è quella dei locali della Fiera di Milano, dove già si svolgono i numerosi eventi fieristici della società. Il 22 maggio sono partiti i lavori per realizzare la pista da pattinaggio veloce olimpionico, con una capienza da 15mila spettatori. Una volta terminati i Giochi, la struttura diventerà una grande arena da 35mila metri quadrati da dedicare a eventi, concerti e altre competizioni sportive. Un esempio: Milano non ha mai potuto ospitare le gare di atletica indoor perché mancava il luogo, adesso sarà possibile, grazie alla pista da 400 metri che rimarrà in eredità.

Il calendario di questi eventi sarà quello “negativo” della fiera, il che più o meno significa 3-4 mesi all’anno. In questo modo i locali saranno attivi sempre, permettendo di rafforzare il business della Fiera di Milano, controllata dalla Fondazione Fiera. Se i lavori a Santa Giulia e a Rho hanno preso il via, c’è ancora un’incognita sulla terza struttura milanese, l’ex Palasharp, che dovrebbe ospitare l’hockey femminile. La struttura, che va riqualificata perché versa in una situazione di degrado da anni, è ancora in forse (anche a causa di due ricorsi al Tar). «Il progetto c’è e stiamo valutando se può essere una delle sedi, perché ci sono temi procedurali e di extra costi - ha ammesso l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi. Ma il sindaco Beppe Sala non sembra preoccupato: «qui la situazione è meno grave, perché si tratta di lavori manutentivi e non di costruzione. Ci stiamo ragionando, abbiamo una riunione tra soci nei prossimi giorni per mettere a punto una proposta definitiva.». Per il Palasharp l’investimento di riqualificazione dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 milioni, ma anche in questo caso vanno considerati gli extracosti.

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