I temi di NT+Il focus

Investimenti in costruzioni a +0,5% nel 2022 dopo il boom 2021, Buia: ora misure per far crescere le imprese

Il 61,6% delle aziende ha un solo dipendente: «No a sbarramenti, ma parametri basati sull'organizzazione. Anche ai fini della sicurezza»

di Mauro Salerno

Il settore delle costruzioni incassa un 2021 con tassi di crecita mai visti negli ultimi anni (+16,4%) e si prepara a stabilizzare lo stesso livello di investimenti (+0,5%) anche nel 2022. Nonostante ci sia un pesante gap ancora da recuperare rispetto agli anni pre-crisi (i 147,9 miliardi di investimenti attuali sono 60 in meno del 2007), presentando a Roma l'Osservatorio sull'industria delle costruzioni (vedi anche l'edizione di ieri) il presidente dell'Ance Gabriele Buia non maschera una punta di soddisfazione e dà atto in particolare al governo Draghi, ma anche agli esecutivi precedenti (Conte 1 e 2) di aver ascoltato le denunce dei costruttori «su burocrazia e inefficienze che impedivano di trasformare gli stanziamenti in spesa», soprattutto con i decreti Semplificazione 1 (Dl 76/2020) e 2 (Dl 77/2021). Non tutte le preoccupazioni sono state però spazzate via. Anzi. All'orizzonte («e lì devono rimanere», dice Buia) si assiepano i nuvoloni neri del caro-energia e del caro-materiali, la difficoltà a trovare manodopera e ora anche la crisi russo-ucraina.

Sul fronte Superbonus, altro nervo scoperto degli ultimi mesi, è arrivata per fortuna la parziale marcia indietro del governo sulle cessioni del credito. Le frodi per oltre 4 miliardi scoperte con le inchieste «sono una vergogna», attacca Buia, annunciando che l'Ance si costituirà parte civile. Si tratta di «furbetti improvvisati, da cui vogliamo prendere le distanze», dice Buia. Anche per questo, Buia torna a chiedere al governo misure per aiutare la crescita delle imprese legarndola a parametri di organizzazione. Buia cita i dati che vedono il 61,6% delle imprese edilicomposte da un solo dipendente. «Non vogliamo protezionismi o forme di sbarramento - spiega - ma non possiamo non evidenziare che questo tipo di imprese può concorrere nel settore privato a lavori di qualunque importo». «Anche guardando al tema della sicurezza sul lavoro, richiamato di recente anche dal Santo Padre e dal Presidente della Repubblica,servono criteri che leghino le imprese all'entità dei lavori che possono eseguire».

Buia dà atto al ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini di aver distribuito le risorse del Pnrr «con tempi mai visti prima». Ma anche qui i costruttori guardano con timore alla capacità di spe:a degli enti territoriali, Regioni, Province e Comuni da cui dipende il 40% degli investimenti. «I parametri Pnrr non cambiano se in ballo ci sono grandi o piccoli progetti - è la sottolineatura finale -. In tutti i casi servono quadri economici aggiornati, progettazione conclusa, chiusura lavori entro il 2026: necessario monitorare».