Amministratori

Elezioni, l’ineleggibilità azzoppa le candidature dei sindaci

Presidenti di regione e sindaci nei Comuni fino a 20mila abitanti sono «incompatibili»

di Gianni Trovati

C’è anche la zeppa dell’ineleggibilità alla base dell’altalena sulle candidature dei sindaci alle politiche, che prima il Pd sembrava spingere e poi ha escluso nel regolamento. Un’ineleggibilità a più riprese contestata dagli stessi sindaci, che avevano chiesto di ripensarla nella riforma del Testo unico degli enti locali trovando un’opposizione ferma anche nello stesso Pd. Ironia della sorte.

Il punto è semplice. I presidenti di regione sono «incompatibili», quindi possono candidarsi e poi, se eletti, optare per il Parlamento o per rimanere in Regione. Lo stesso accade ai sindaci nei Comuni fino a 20mila abitanti. Nelle città più grandi, quindi più interessanti per le elezioni, i sindaci sono invece «ineleggibili», e devono dimettersi prima di candidarsi.

Se le elezioni sono anticipate, come ora, devono farlo entro 7 giorni dal decreto di scioglimento delle Camere, cioè entro il 28 luglio. Ha senso questa differenza?Se ne discute da tempo. Certamente ha conseguenze, politiche e di immagine, non trascurabili. Come ora sa anche il Pd.

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