Amministratori

Servizi postali, alla Corte Ue il finanziamento all’Agcom

A non convincere il Consiglio di Stato è la parità di trattamento fra i corrieri espresso e i fornitori del servizio universale

di Gianni Trovati

Sarà la Corte Ue a valutare la compatibilità comunitaria delle regole italiane sul finanziamento dell’Autorità di garanzia delle Comunicazioni posto integralmente a carico dei fornitori del servizio postale. Più in dettaglio, il punto in discussione è rappresentato dal fatto che i contributi chiesti ai corrieri privati non si differenziano da quelli a carico di Poste italiane, fornitore del servizio universale.

A girare la questione a Bruxelles sono i giudici del Consiglio di Stato nell’ordinanza 2066/2022. A sollevare la questione è stato un gruppo di corrieri privati, che si è rivolto ai giudici amministrativi in più ricorsi al Tar Lazio impugnando le delibere con cui l’Agcom ha fissato le regole di calcolo del contributo. In sintesi, per finanziare le spese intorno ai 9 milioni all’anno che l’Agcom sostiene per la regolazione del servizio postale, la richiesta è stata pari all’1,4 per mille dei ricavi nel 2017 e 2018 e dell’1,35 per mille nel 2019. A non convincere il Consiglio di Stato è la parità di trattamento fra i corrieri espresso e i fornitori del servizio universale. Su cui ora si eserciterà la Corte Ue.

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