Grandi opere, Maeg realizza in Austria maxi ponte sul Danubio
Per l'impresa di Vazzola (Tv) commessa da 27 milioni a Linz. Obiettivo di 100 milioni di ricavi per il 2023
Un'altra opera iconica entra nella storia aziendale di Maeg, impresa di costruzioni del Nord Est (sede centrale a Vazzola, in provincia di Treviso) specializzata nella progettazione, fornitura e posa in opera di strutture in acciaio. Nei giorni scorsi è stato montato l'ultimo concio (sezione) del nuovo ponte sospeso di Linz, in Austria. Il ponte di Linz è l'opera più importante in corso di realizzazione, in questo momento, in Austria nel settore della viabilità. La consegna del manufatto da parte di Maeg è prevista per l'agosto del 2023. Si tratta di un ponte stradale sospeso sul Danubio, che servirà a completare la nuova circonvallazione di Linz. Lunga 305 metri, l'opera ha richiesto l'impiego di 2.200 tonnellate di acciaio. I tecnici di Maeg hanno lavorato in sospensione sulle acque del grande fiume, in quel tratto profondo una decina di metri. Per questioni di spazi in cantiere, l'impalcato è pre-assemblato in conci in un'area dedicata lungo il Danubio. I conci sono poi trasportati in posizione su una chiatta, sollevati con dei martinetti e agganciati ai pendini. La struttura è sorretta da due file composte da dodici cavi in acciaio ciascuna, agganciati in ancoraggi di calcestruzzo immersi nel pendio della montagna e fissati alla roccia da oltre cento tiranti ciascuno.
La nuova opera è stata commissionata per 27 milioni di euro a Maeg, che fornisce l'attività specialistica di progettazione, costruzione e installazione del ponte e dei cavi che lo sostengono. «In realtà – spiega al Sole 24 Ore il presidente e fondatore di Maeg, Alfeo Ortolan – il progetto è molto più ampio e prevede anche la costruzione di strade, svincoli e gallerie per un valore complessivo di 180 milioni di euro. Maeg partecipa a questo progetto in raggruppamento temporaneo d'impresa, con una quota del 47%, insieme ad altre due società». La commessa relativa al solo ponte sospeso di Linz è comunque molto rilevante per Maeg, che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 92 milioni di euro (il 75% realizzato all'estero) e punta a superare quota 100 milioni a fine 2023. Il portafoglio ordini attuale è di 175 milioni di euro e comprende opere come la torre UnipolSai a Milano, la nuova stazione ferroviaria della capitale lettone Riga, l'aeroporto La Lamentin nell'isola di Martinica, il Franchissement Urbain Pleyel -Saint-Denis in Francia, opera prevista per le Olimpiadi 2024. Tra le altre opere simbolo, ultimate di recente da Maeg, ci sono tre stadi di calcio: un impianto a Doha, dove si sono disputati gli ultimi mondiali, lo stadio Paul Biya a Yaoundé (Camerun) e il Gewiss Stadium di Bergamo, dove gioca l'Atalanta.
Dice Ortolan, da 45 anni alla guida dell'azienda: «Maeg è come fosse un brand della moda. Ogni volta bisogna ripartire da zero e inventare una nuova opera, fornendo soluzioni ingegneristiche innovative e su misura per ciascun committente». Maeg, impresa a capitale interamente familiare, è tra i campioni del made in Italy delle costruzioni, che si sta imponendo sui mercati di tutti i continenti. La società trevigiana (256 dipendenti) ha attraversato quasi indenne la crisi provocata dalla pandemia e affronta senza paura l'incremento dei costi dell'energia, puntando sull'autoproduzione da fonti rinnovabili. Spiega Ortolan: «Il primo impianto fotovoltaico per gli stabilimenti Maeg è stato realizzato nel 2011. Attualmente, il 35% del nostro fabbisogno energetico è coperto dal fotovoltaico. Con gli investimenti previsti in questo e nel prossimo esercizio prevediamo di raggiungere una autonomia energetica dell'80% e di istituire due comunità energetiche, una con gli stabilimenti in Friuli e una con quelli in Veneto». Al momento, Maeg dispone di cinque stabilimenti: tre in Veneto e due in Friuli. Ora si guarda all'Italia, a Milano in particolare, dove è in corso di ultimazione il nido verticale, cioè il grattacielo che ospiterà il quartier generale della compagnia assicurativa UnipolSai. «Contiamo di consegnare l'opera entro Pasqua 2023» dice Ortolan.