I temi di NT+L'ufficio del personale

Concorsi e titoli di studio, partecipate e ricorso abusivo al tempo determinato

di Gianluca Bertagna

La rubrica settimanale con la sintesi delle novità normative e applicative sulla gestione del personale nelle Pa.

Assenza dei titoli di studio, rapporto di lavoro instaurato e danno erariale
La Corte dei conti, sezione giurisdizionale Lombardia, n. 263/2022, che ha condannato un'insegnante che aveva prestato servizio in assenza del prescritto diploma di laurea. Le conseguenze erariali del mancato possesso del titolo di studio per accedere al pubblico impiego, conseguito con false dichiarazioni o documenti falsi, essendo in presenza di una condotta palesemente dolosa, priva il lavoro prestato della tutela collegata al rapporto di lavoro, stante il contrasto con norme fondamentali e generali e con principi basilari pubblicistici dell'ordinamento. Pertanto, a fronte di un esborso non dovuto, la giurisprudenza contabile è univoca nello statuire che la prestazione lavorativa resa in assenza di laurea, in quanto non espressiva di capacità derivante dalla preparazione professionale conseguita con un regolare percorso di studio, non arrechi all'ente alcuna utilità, se non limitatamente al disbrigo di mansioni lavorative aventi caratteristiche di genericità e fungibilità, per le quali non sono richieste conoscenze specialistiche.

Rapporto di lavoro nelle società pubbliche
«Il rapporto di lavoro alle dipendenze delle società a controllo pubblico non è disciplinato dal d.lgs. n. 165 del 2001, bensì dalle norme del Codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro alle dipendenze di privati, che trovano applicazione in assenza di una disciplina speciale derogatoria. L'art. 18 del d.l. n. 112 del 2008 …, che fa divieto alle società a partecipazione totale o maggioritaria … di procedere all'assunzione di nuovo personale ed impone il contenimento della spesa per il personale, non comportano una deroga all'applicazione, quanto alla disciplina delle mansioni, dell'art 2103 cod. civ.». È quanto indicato dalla Corte di cassazione, sezione Lavoro, nella sentenza 1° dicembre 2022 n. 35421.

Ricorso abusivo al lavoro a tempo determinato
Il dirigente del personale che ha effettuato reiterate assunzioni a tempo determinato in violazione della normativa vigente risponde del danno erariale indiretto, corrispondente alla somma risarcita dall'amministrazione al dipendente per abusivo ricorso al lavoro a termine. Si è così pronunciata la Corte dei conti, sezione giurisdizionale Valle d'Aosta, con la sentenza n. 16/2022, affermando altresì che non giustifica l'inosservanza delle norme il fatto che la giunta avesse dato indicazioni in ordine al fabbisogno di lavoro temporaneo, dal momento che il dirigente ha sia espresso il parere su tale deliberazione e, soprattutto, a lui sono demandati i concreti atti di assunzione. È in questo spazio di movimento e di autonoma valutazione che si inserisce la responsabilità del dirigente che, quanto all'elemento soggettivo, deve evidenziare le macro-illegittimità che discendono dalla reiterazione di simili assunzioni; quindi, un modus procedendi palesemente illegittimo e di cui un dirigente di vertice, tra l'altro preposto proprio al settore rapporti di lavoro, deve necessariamente avvedersi.

Presentazione dei documenti nella procedura concorsuale
Secondo il Tar Lazio-Roma, sezione II-ter, nella sentenza 5 dicembre 2022 n. 16224, è illegittima la clausola del bando di concorso che imponga, a pena di esclusione, ai candidati o agli idonei in graduatoria di produrre, entro un termine prefissato, dei documenti relativi a fatti di cui l'amministrazione è già a conoscenza o, addirittura, per i quali disponga del potere di certificazione, quali i titoli di servizio maturati presso la stessa; tanto più se questi sono già stati oggetto di autodichiarazione in sede di domanda di partecipazione alla procedura.