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Nuovo codice appalti, Anac: su quote rosa è stato fatto un passo indietro

Il presidente Giuseppe Busia: il testo che uscirà dal Cdm non fissa soglie, né traguardi puntuali. Così tradite le aspettative delle donne e del Paese

di M.Fr.

«Sulle quote rosa, non possiamo permetterci che il nuovo Codice Appalti faccia passi indietro. Purtroppo, rispetto al Codice attuale, che ha fatto proprio l'indirizzo del Pnrr sull'incremento dell'occupazione femminile, nel nuovo Codice la spinta sembra venir meno. Si parla di parità di genere in termini generici, ma non si fissano soglie, né traguardi puntuali. Il testo che uscirà dal Consiglio dei ministri non può restare questo, altrimenti sarebbe un tradire le aspettative delle donne e del Paese intero». È il commento del presidente dell'Anac Giuseppe Busia intervenuto il 20 marzo all'incontro presso il Cnel su "Certificazione della parità di genere tra sostenibilità e compliance", organizzato dall'Aitra, Associazione italiana trasparenza e anticorruzione.

«Il Codice - ha ricordato il presidente Anac - aveva introdotto una rotta precisa: garantire il 30% di occupazione femminile e giovanile attraverso i nuovi contratti pubblici del Pnrr. Pur prevedendo delle deroghe, che sono state ampiamente utilizzate dalle stazioni appaltanti, forse anche troppo, il Pnrr ha dato indicazioni e obiettivi precisi. Ora, invece, questo sembra venir meno nella bozza di nuovo Codice Appalti in circolazione. Se così fosse, sarebbe una perdita della competitività del Paese, che richiede una più cospicua presenza di donne nel mondo del lavoro, e un freno alla missione stabilita dal Pnrr per l'Italia, e la sua crescita strutturale».

«Inoltre - ha aggiunto Busia - la prescrizione della presenza femminile e giovanile deve essere un obiettivo da raggiungere per tutti gli appalti, non solo quelli del Pnrr. Per accompagnare questa trasformazione del Paese nello spirito nel Pnrr, il Codice aveva introdotto delle deroghe giuste, che forse sono state utilizzate anche in maniera esagerata, e su cui noi stiamo vigilando. Si trattava, quindi, già di un'introduzione graduale, per evitare di gravare eccessivamente sulle imprese. Ma questa deve diventare cultura generale del Paese. Il Pnrr non è una parentesi nel modo di operare dell'Italia. Con più donne al lavoro, ne traggono beneficio le stazioni appaltanti, le imprese, la società intera. Non possiamo permetterci ora di tornare indietro».

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