Urbanistica

Milano-Cortina 2026, a rischio in Lombardia le varianti Trescore-Entratico e Vercurago

Secondo i tecnici le due opere difficilmente riusciranno a recuperare il tempo perduto

di Sara Monaci

Altre due opere corrono il serio rischio di non essere pronte per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Si tratta di due strade lombarde stavolta, più piccole rispetto a quelle venete - le varianti di Cortina e di Longarone - su cui l’attenzione è generalmente concentrata quando si parla di ritardi.

Sono la variante di Trescore - Entratico della Strada statale 42 e la variante di Vercurago lungo la nuova strada Lecco-Bergamo. Due opere che sono ancora in alto mare e che secondo i tecnici difficilmente riusciranno a recuperare il tempo perduto, sebbene attualmente siano commissariate (già da un anno) e rientrino tra quelle considerate prioritarie dall’Agenzia delle infrastrutture per le Olimpiadi, guidata da Luigi Sant’Andrea.

La prima variante, nella zona di Bergamo, aveva già anni fa un costo stimato di 120 milioni, a cui oggi però va già aggiunto un indicativo 30% in più considerando l’aumento dell’energia. In questo momento siamo nella fase di conferenza dei servizi. Si tratta di una strada complessa, che prevede la realizzazione di una galleria. Da una stima dei tempi tecnici risulta difficile arrivare in tempo per il 2026.

La variante di Vercurago, che incide essenzialmente sul territorio di Lecco, avrebbe un costo stimato intorno ai 160 milioni, cifra rispetto alla quale andrebbe comunque rifatta una valutazione in base agli extra costi energetici. In questo caso siamo fermi alla progettazione preliminare.

Va detto ovviamente che il commissariamento può rendere più rapidi i tempi di confronto con gli enti locali e ridurre le procedure di gara, tuttavia è complicato immaginare che le due strade possano essere pronte nel giro di due anni e mezzo.

Le infrastrutture stradali commissariate per le Olimpiadi invernali del 2026 sono in tutto otto: nella Strada statale 36 la messa in sicurezza della tratta Giussano Civate; nella Ss36 il completamento del percorso ciclabile Abbadia Lariana; la tangenziale Sud di Sondrio; lungo la SS 42 del Tonale e della Mendola nei comuni di Trescore Balneario ed Entratico, il lotto 1 nel Comune di Trescore Balneario e il lotto 2 nel Comune di Entratico; lungo la Ss 639 la variante di Vercurago; nella Ss 51 la variante di Cortina; nella Ss 51 la variante di Longarone; gli interventi di soppressione dei passaggi a livello sulla Ss 38 della linea Milano-Lecco-Sondrio- Triano.

Le opere più complicate da realizzare in tempo sono attualmente quelle venete, la variante di Cortina, per cui sono stati stanziati 299 milioni, e la variante di Longarone, per cui sono stati stanziati 270 milioni. A queste cifre andranno probabilmente aggiunti gli extra costi energetici. Nella lista delle opere a rischio si inseriscono ora anche le due strade lombarde.

C’è però una differenza sostanziale fra le due regioni. Le due opere lombarde in ritardo non sono così vicine ai siti olimpici, risultano meno importanti e quindi tutto sommato si ritiene in Regione Lombardia che le priorità siano altre. La situazione veneta è più critica perché Cortina e l’area del Longarone rappresentano proprio il cuore dell’evento. Questo però non riduce l’impatto sociale: le due infrastrutture lombarde sono infatti attese sul territorio da molti anni e i rallentamenti hanno creato spesso tensioni nella cittadinanza.

Recentemente il governatore della Lombardia Attilio Fontana, appena riconfermato alle regionali, ha dichiarato che le opere si faranno, tutte o quasi. «La parte essenziale degli interventi si farà. Forse non si faranno proprio tutte le opere ma posso rassicurare che le Olimpiadi si faranno e saranno un successo incredibile». C’è dunque la presa di coscienza che a qualcosa si dovrà rinunciare, per concentrarsi sulle opere che a questo punto risultano veramente prioritarie. Le due varianti lombarde potrebbero rientrare dentro questa considerazione.

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