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Rinvio dei bilanci al 31 agosto, caos per la salvaguardia

La proroga trascina con sé anche la data ultima per le deliberazioni di eventuali modifiche alle aliquote e/o alle tariffe tributarie

di Elena Brunetto e Patrizia Ruffini

Prorogato al 31 agosto 2022 il termine di approvazione del bilancio di previsione 2022/24 e la disciplina delle aliquote tributarie e tariffarie; lo slittamento si estende anche all'esercizio provvisorio. L'ufficialità della notizia (anticipata su Nt+ Enti locali & edilizia del 28 luglio) arriva con il decreto del ministero dell'Interno 28 luglio, sentita la Conferenza Stato Città (seduta del 27 luglio) e previa intesa con il Mef, la cui adozione è stata appena divulgata sul sito del Viminale che ne ha annunciato a breve la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Il rinvio del termine, arrivato in corsa a ridosso della pausa estiva, trascina con sé anche la data ultima per le deliberazioni di eventuali modifiche alle aliquote e/o alle tariffe tributarie.

L'articolo 53, comma 16 della legge 388/2000 prevede infatti che il termine per deliberare le aliquote e le tariffe dei tributi locali, comprese l'addizionale comunale all'Irpef e le tariffe dei servizi pubblici locali, nonché per approvare i regolamenti relativi alle entrate degli enti locali, è stabilito entro la data fissata da norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione (ora 31 agosto). I regolamenti sulle entrate, anche se approvati successivamente all'inizio dell'esercizio purché entro il termine di cui sopra, hanno effetto dal 1° gennaio dell'anno di riferimento.

Ragionamento a parte va fatto per l'imposta di soggiorno che entra in vigore il primo giorno del secondo mese successivo a quello della loro pubblicazione nel portale del federalismo fiscale.

La proroga al 31 agosto vale anche per la Tari. L'articolo 43, comma 11 del Dl 50/2022 ha infatti stabilito che il termine per l'approvazione delle delibere tariffarie, dei regolamenti e dei Pef è strutturalmente allineato a quello del bilancio di previsione se successivo al 30 aprile; di conseguenza, anche per questi atti, per il 2022 il termine è ora fissato al 31 agosto. La stessa norma ha disposto che i Comuni che hanno già approvato i propri bilanci di previsione possono effettuare una semplice variazione per recepire gli eventuali effetti della successiva deliberazione dei provvedimenti relativi alla Tari, anziché dover procedere a una riapprovazione.

Lo spostamento del termine del bilancio al 31 agosto permette quindi a tutti gli enti di modificare la regolamentazione delle proprie entrate. E proprio questo aspetto sembra essere quello di interesse generale per gli enti, che potrebbe rivelarsi utile anche per le amministrazioni che, avendo già approvato il bilancio, si trovano in difficoltà a seguito dell'incremento dei costi energetici e delle materie prime ed hanno esigenza di reperire ulteriori risorse.

Il rinvio genera però un corto circuito con la scadenza del 31 luglio per la salvaguardia, che non ha subito modifiche.

Due anni fa, a seguito della pandemia da Covid-19, ci fu lo slittamento – con apposita norma – della verifica degli equilibri a novembre. Analogo disallineamento si genera per la programmazione 2023/25 che vede il primo termine del 31 luglio per l'approvazione in Giunta dello schema del DUP e la relativa presentazione al Consiglio secondo le modalità disciplinate dai singoli regolamenti.

Appare assai difficoltoso pensare che gli enti possano partire con la nuova programmazione, non avendo ancora approvato quella dell'esercizio in corso.