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Autostrade, Toto sospende i maxi aumenti sulla A24 e A25

Ancora bloccato l'adeguamento del Piano economico finanziario della società concessionaria Strada dei Parchi

di R.I.T.

Il gruppo Toto sospende l'aumento previsto, di circa il 34%, sulle tariffe per le autostrade A24 e A25. Il concessionario, che contesta allo stato italiano la mancata approvazione di un Piano economico finanziario - necessario a sbloccare i lavori di messa in sicurezza della infrastruttura che collega Roma con l'Adriatico - e che ha avviato l'iter per la restituzione allo Stato della concessione della rete in gestione, fa un passo che appare distensivo e blocca una stangata per gli utenti. «Il Consiglio di Amministrazione di Strada dei Parchi SpA, ancora una volta, per senso di responsabilità e di fronte all'inerzia del Governo, ha deciso di sospendere l'aumento tariffario di circa il 34% che sarebbe dovuto scattare il 1° luglio 2022, differendone l'applicazione al 1° gennaio 2023», spiega il gruppo, sottolineando che non è la prima sospensione: «Lo aveva fatto già, nel dicembre scorso, con l'intento di favorire l'approvazione di un Piano Economico Finanziario (Pef) che fosse sostenibile per l'utenza e consentisse la messa in sicurezza di due tratte autostradali vitali per i territori».

Insomma, «a decisione di ieri si è resa necessaria a causa del perdurare della situazione di stallo. È proprio a causa di un tale quadro di incertezza e immobilismo dei governi nazionali negli ultimi 10 anni che Strada dei Parchi ha avviato, nelle scorse settimane, la procedura di recesso anticipato della concessione (art. 11 del contratto concessorio)».Uno stallo, denuncia il concessionario, «che paradossalmente è iniziato con la ratifica di un'urgenza da parte del Parlamento: dall'approvazione della legge 228/2012 che stabiliva che A24 e A25 fossero considerati strategiche ai fini di protezioni civile e quindi andavano urgentemente messe in sicurezza. Per questo era indispensabile l'approvazione di un nuovo PEF che consentisse il necessario adeguamento sismico, la messa in sicurezza dei viadotti e il rinnovo degli impianti di sicurezza in galleria, nonché tariffe sostenibili per l'utenza».Questo sulla carta.

Nella realtà non sono servite 18 proposte avanzate dal Concessionario e una sentenza del Consiglio di Stato «che imponeva l'adozione di tale PEF entro il termine inderogabile del 30 ottobre 2019. E non è servita nemmeno la nomina di ben due Commissari per cercare di sanare le inadempienze del Concedente e consentire lo sblocco dei lavori e la rimodulazione delle tariffe. Fatto da ultimo dimostrato dalla doppia bocciatura del PEF, redatto su indicazione del MIMS, da parte di ART e CIPESS, un piano peraltro del tutto insostenibile per gli spropositati incrementi tariffari che avrebbe generato». Questa mancata approvazione da un lato blocca la realizzazione di investimenti per 6,5 miliardi e dunque la messa in sicurezza di A24 e A25; dall'altro, genera un aggravio dei costi per la realizzazione delle stesse opere di "messa in sicurezza urgenti".

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