Appalti

In Gazzetta (con refusi) la delibera Anac con l'aumento della tassa sulle gare dal 1° aprile

Pubblicato il testo del provvedimento: scambi tra punti e virgole negli importi dovuti generano effetti disorientanti nelle tabelle di riepilogo dei costi a carico di Pa e imprese

di Mauro Salerno

È stata pubblicata anche in Gazzetta Ufficiale la delibera Anac che rimodula, in larga parte aumentandola, la tassa sulle gare dovuta da stazioni appaltanti e imprese dal primo aprile. Rispetto a quanto avevamo anticipato nell'articolo pubblicato il 3 marzo non ci sono modifiche sostanziali nel contenuto. Se non fosse per una serie di "refusi"e errori di trascrizione nelle tabelle con gli importi a carico di stazioni appaltanti e imprese che rischiano di confondere amministrazioni e operatori del settore.

Nelle tabelle che riassumono gli importi dovuti all'Anac in base alle fasce di importo delle gare vengono infatti scambiati più volte i punti con le virgole. Così, per esempio, accade che, in base alla tabella pubblicata in Gazzetta, le stazioni appaltanti si troverebbero a pagare ben 35mila euro di contributo per una procedura di affidamento di valore compreso tra 40mila e 150mila euro. Una cifra ovviamente errata e dovuta all'inserimento di un punto al posto della virgola in tutti gli importi della tabella. Inseguendo i refusi si scopre che per le stazioni appaltanti l'importo della tassa dovuto dal primo aprile andrebbe da un minimo di 35mila euro (appunto) fino a un massimo di ben 880mila euro. Lo stesso dicasi per i contributi a carico delle imprese dove, in base alle voci riportate in Gazzetta, si viaggerebbe da un minimo di 18mila euro a un massimo di 560mila.

Gli scambi tra punto e virgola provocano effetti ancora più disorientanti nei valori di contributo dovuto fino al 31 marzo(rimasto in realtà inalterato) . Qui la virgola è sempre al posto giusto nei contributi a carico degli operatori economici, che infatti si vedono addebitare costi compresi tra un minimo di 20 e un massimo di 500 euro. Invece ricompaiono i refusi nei contributi richiesti alle stazioni appaltanti che per una gara tra 40mila e 150mila euro si vedrebbero costrette a sborsare fino a 30mila euro, salvo pagare (correttamente) solo 225 euro per avviare una procedura compresa nello scaglione successivo cioè quello che va da 150mila a 500mila euro. Va ancora peggio se si prova a scaricare semplicemente solo il testo online della delibera, senza scaricare l'intero file «pdf» della Gazzetta. In questo caso le tabelle si perdono per strada tutti i valori di contributi richiesti alle imprese.

A parte i refusi nel testo pubblicato oggi in Gazzetta, come confermato anche dall'Anac, i contenuti della delibera non sono cambiati rispetto a quelli già anticipati e riassunti in questa tabella riepilogativa. Fino al 31 marzo restano in vigore contributi attuali. Dopo ci saranno aumenti fino al 16,7% per le stazioni appaltanti e fino al 17,9% per le aziende, con costi in calo solo per le piccole imprese interessate alle procedure sotto 500mila euro. Mentre è probabile che la Gazzetta sarà costretta nei prossimi giorni a correre ai ripari pubblicando un errata corrige.

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