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Scuole aperte anche d’estate grazie ai patti di comunità

Ricognizione Indire Piccole scuole- Usr: sono 656 gli accordi in tutta Italia tra istituti, associazioni, comuni, musei, biblioteche per allargare l’offerta formativa

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Nel 2020 e nel 2021, in piena pandemia, sono stati un aiuto fondamentale a reperire spazi aggiuntivi per assicurare a quanti più alunni possibili il diritto di seguire le lezioni in presenza. Quest’anno potrebbero offrire uno slancio in più alla seconda edizione del piano estate che parte con fondi quasi dimezzati (280 milioni anziché 500) rispetto a 12 mesi fa. Stiamo parlando dei patti educativi di comunità, gli accordi tra scuole ed enti, musei, biblioteche, associazioni, comuni nati con l’obiettivo di co-progettare e ampliare l’offerta formativa o il perimetro dello spazio scolastico. Specialmente nei piccoli centri. Un fenomeno in crescita, a giudicare dalla ricognizione che il gruppo di ricerca Indire Piccole Scuole, coordinato da Giuseppina Rita Jose Mangione, porta avanti insieme agli Uffici scolastici regionali.

Il monitoraggio

A settembre i patti territoriali finanziati dal ministero dell’Istruzione e censiti dagli Usr erano 459. Nel frattempo sono saliti a 676. Di questi, quasi un terzo riguardano l’Emilia Romagna (217). Alle sue spalle troviamo la Sardegna con 97, che precede di poco il tandem Puglia(86)- Piemonte (85). A seguire si piazzano Liguria (36), Abruzzo (32), Lombardia (24) e poi le altre. In totale si registrano 90 patti alla scuola dell’infanzia, 267 alla primaria e 25 alle medie.

Le esperienze nelle piccole scuole

Le statistiche non bastano. Meglio affidarsi alla voce dei protagonisti, partendo per una volta da Sud. Dall’istituto comprensivo di Santa Venerina (Catania) che di patti ne ha sottoscritti una ventina, come racconta la dirigente Mariangiola Garraffo: «Il presupposto è che la scuola non è detentrice dell’educazione, il bambino viene istruito dal villaggio e infatti abbiamo un curriculo globale per l’intero anno». Tanti i partner coinvolti, sia in loco sia a qualche chilometro di distanza. Come la capitaneria di porto di Riposto che «mette a disposizione tutto l’anno i suoi spazi per fare attività didattica, e per aiutare i ragazzi nella conoscenza del mare Mediterraneo e dello Ionio». Complici le alte temperature che già si registrano, le attività finiranno con la chiusura della scuola ma riprenderanno il 1° settembre.

C’è invece chi è pronto ad andare avanti tutta l’estate. Come la comunità educante Educ@ction Valley di Giffoni Valle Piana (Salerno), che - come evidenzia la responsabile della direzione didattica, Daniela Ruffolo - è nata ben prima del Covid, nel 2016/17, grazie ai fondi Por della Regione Campania, e vanta un rapporto ormai consolidato con il festival del cinema per ragazzi di Giffoni. In realtà, il patto va oltre la kermesse e scommette sulle bellezze del territorio, sulla ceramica, sull’educazione alimentare, e punta a contrastare la povertà educativa molto alta che si registra nel territorio: «Sono tanti i genitori che hanno solo la licenza media e diversi che si sono fermati alla licenza elementare».

Esigenze analoghe si registrano anche in Toscana, nel versante ovest dell’isola d’Elba. «A inizio luglio riproporremo il campo solare, centro estivo che durerà per tutta l’estate - spiega il preside dell’istituto comprensivo Giuseppe Giusti, Davide Gambero -. Le preiscrizioni stanno andando molto bene, si sono segnati già una cinquantina di studenti. È un servizio molto richiesto dai genitori, che nei mesi estivi lavorano nell’ambito turistico». Senza dimenticare il servizio di dopo scuola (il lunedì, mercoledì e venerdì) molto apprezzata da alunni e famiglie. «Entrambe le iniziative hanno creato ambienti di apprendimento, anche informali, rivolti alla valorizzazione del territorio e del lavoro di gruppo tra i ragazzi».

Un forte legame tra il dentro e il fuori la scuola lo ritroviamo anche nell’entroterra ligure. All’istituto comprensivo Valli e Carasco (Genova), che vanta 13 punti di erogazione del servizio in 5 comuni che si addentrano nella Val D'Aveto. Come sottolinea la dirigente Felicita Foglia «il patto è uno strumento operativo e di sussidarietà orizzontale». La cui parola d’ordine è outdoor: «Abbiamo tante caselle aperte per attività laboratoriali all’esterno. Dall’escursionismo nelle valli alle visite al Lavandeto di Arnico o al Lago delle Lame, fino ai laboratori di cucina». Con un’idea forte di fondo: «Rendiamo il bene di una zona isolata fruibile un po’ a tutti». Anche questo è scuola, anche questo è comunità.

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