Appalti

Governo, Buia (Ance): «Poca attenzione all'edilizia nel contratto M5s-Lega»

di Alessandro Arona

«Poca attenzione alle infrastrutture e all'edilizia nel contratto di governo M5S-Lega».
«Project review sì, ma lo sviluppo dell'alta capacità è strategico per le ferrovie».
«Sulle grandi opere non si può ripartire da zero ogni volta che cambia il governo».

Nel parterre di imprenditori e manager delle costruzioni, a margine dell'assemblea di Confindustria di ieri a Roma, serpeggiava una certa preoccupazione per quello che il nuovo governo potrà fare in materia di edilizia e infrastrutture. Ne abbiamo parlato con il presidente Ance Gabriele Buia, con l'amministratore delegato di Fs, Renato Mazzoncini, con il presidente di Astaldi, Paolo Astaldi.

BUIA (ANCE): «CAMBIARE IL CODICE, RAFFORZARE I BONUS, FARE INFRASTRUTTURE»
«Nel contratto di governo tra M5S e Lega – spiega a «Edilizia e Territorio» il presidente dell'Ance Gabriele Buia, a margine dell'assemblea di Confindustria - non c'è nessuna specifica attenzione al settore delle costruzioni. Dovremo parlare con il nuovo Governo, convincerli dell'importanza di un settore che vale per l'Italia quasi il 10% del Pil, e che viene da dieci anni di crisi ininterrotta, con 600mila posti di lavoro persi» (su due milioni iniziali, ndr). «Dobbiamo convincerli – prosegue – dell'importanza degli investimenti in infrastrutture, della necessità di semplificare subito il Codice appalti, dell'errore che si farebbe a ridimensionare gli sconti fiscali a recupero edilizio, riqualificazione energetica degli edifici, interventi anti-sismici».

«Per il 2018 – ricorda Buia – il nostro ufficio studi ha previsto una crescita del 2,5%, dopo dieci anni di crisi, ma si tratta di una crescita ancora molto fragile, in gran parte basata sui lavori pubblici, sul fatto che le risorse stanziate si trasformino in cantieri, che la crescita dei bandi che stiamo registrando prosegua e produca spesa effettiva. Non è un risultato scontato, ci sono purtroppo segnali che probabilmente porteranno i nostri esperti a ridimensionare la previsione nella congiunturale di giugno». «Abbiamo più volte parlato delle complicazioni create da un Codice appalti che doveva semplificare e invece ha bloccato il settore, intervenire presto deve essere una priorità» (nel contratto di governo, invece, non se ne fa cenno).

«L'Italia ha una forte necessità di infrastrutture, questo il secondo punto – prosegue Buia (presidente Ance) – per i trasporti, per il rilancio del Mezzogiorno, per la competitività delle città, per il miglioramento delle reti idriche, per la difesa del suolo e l'antisismica. Il tema non deve essere sottovalutato, e come abbiamo più volte dimostrato con i numeri stanziare risorse non basta (l'Ance calcola 140 miliardi di euro stanziati e programmati dai governi negli ultimi tre anni, ndr), se poi le procedure di approvazione sono complicate e farraginose, se il Codice appalti rende tutto incerto. Fare cantieri veri è complesso, serve un impegno costante».

Infine l'appello sui bonus edilizi (si temono riduzioni, legate al progetto di taglio degli sconti fiscali per finanziare la flat tax): «Le detrazioni al recupero e gli eco-bonus sono stati uno dei fattori chiave che hanno contribuito a tenere a galla il settore, e ora l'ampliamento dei bonus per l'anti-sismica e la riqualificazione energetica possono produrre un ulteriore salto di qualità, al quale stiamo lavorando con la piattaforma per la cessione dei crediti. Pensare di ridurre le detrazioni all'edilizia privata sarebbe un errore gravissimo. Qui semmai c'è da lavorare per superare le rigidità della Ragioneria generale dello Stato, contenute nella circolare dell'Agenzia Entrate dei giorni scorsi».

MAZZONCINI (FS): «ALTA CAPACITA' NON VA FERMATA»
Nel contratto di governo non ho visto nessun blocco alle grandi opere. Non ho dubbi che qualunque governo affronterà questi temi con approccio razionale». Lo dice l'Ad di Fs Renato Mazzoncini, a margine dell'assemblea di Confindustria. «I progetti si possono rivedere - aggiunge - la project review l'abbiamo fatta in modo anche radicale negli ultimi anni, e possiamo farla ancora. Ma deve essere chiaro che il potenziamento dei corridoi europei Ten-T e dell'alta capacità tra Milano e Venezia sono progetti strategici, fondamentali per aumentare il trasporto ferroviario in Italia. Tra Brescia e Verona il raddoppio è necessario, non ci sono margini agendo solo sulla linea attuale».
Mazzoncini fa poi alcuni esempi di project review: «Dieci anni fa si prevedeva di realizzare l'alta capacità tra Salerno e Reggio Calabria a 300 km all'ora, per un costo di 37 miliardi. Ora abbiamo rivisto i progetti a 200 km/h, il coso è crollato a due miliardi di euro» (ammodernando prevalentemente la linea attuale, visto che in questo caso non c'è un problema di sottocapacità, operazione che invece, dice Mazzoncini, tra Brescia e Padova non si potrebbe fare). «E tra Venezia e Trieste - prosegue Mazzoncini - abbiamo rivisto i progetti da 8 miliardi di costo a 1,8».

PAOLO ASTALDI: «NON SI PUO' OGNI VOLTA RIPARTIRE DA ZERO»
«Lo sviluppo dell'alta capacità ferroviaria e delle metropolitane sono imprescindibili per la mobilità del paese. La prima per decongestionare il traffico sulle strade, le seconde per la competitività e la mobilità nelle grandi aree urbane». Lo ha detto Paolo Astaldi a Radiocor Plus, a margine dell'assemblea di Confindustria. «Nel campo delle infrastrutture – prosegue il presidente dell'omonimo gruppo, numero due delle costruzioni in Italia – è importante non mettere in discussione ogni volta quanto fatto dai precedenti governi. Non è possibile ogni volta cambiare idea. Sull'alta capacità Brescia-Verona-Padova, ad esempio, dopo vent'anni di discussioni siamo finalmente vicini all'apertura dei cantieri» (Astaldi fa parte del general contractor Iricav Due, tratta Verona-Padova). «Nel contratto M5S-Lega - conclude Astaldi - ci sono un insieme di misure singole e temporanee, ma manca una visione di paese da qui a venti anni».

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