Amministratori

Milano, le caldaie a gas rimangono a norma

Per ora, chi non si attiene al termine del 1° ottobre, non rischia alcuna sanzione

di Camilla Curcio

Con lo stop imposto dal Consiglio di stato all’entrata in vigore del divieto di installazione e utilizzo di impianti di riscaldamento civili a gasolio, kerosene e biodiesel , il Comune di Milano ha temporaneamente congelato il termine per la sostituzione dei vecchi impianti con moderni modelli a metano. Per il momento, chi non rispetterà la scadenza del 1° ottobre 2022, specificata nell’articolo 3 del Regolamento comunale per la qualità dell’aria, non rischierà l’interruzione della fornitura termica.

A questo ha portato l’accoglimento del ricorso di due società energetiche contro il Comune. I giudici amministrativi di secondo grado hanno ribaltato la sentenza del Tar Lombardia (2809/2021), che aveva rigettato l’annullamento della delibera di approvazione del regolamento municipale e, di riflesso, del veto.

Un provvedimento che, come sottolineato nell’ordinanza cautelare 3453/2022, rimarrà valido fino all’udienza per la trattazione del merito, non ancora programmata, costringendo l’amministrazione comunale a bloccare una delle misure di punta del piano per la riduzione dell’inquinamento ambientale.

Le modalità scelte per diffondere la notizia, tuttavia, hanno ingenerato molta confusione tra i cittadini: la sospensione, resa nota nella sezione Ambiente del sito web di Palazzo Marino con un comunicato del 5 agosto, è sfuggita alla maggioranza degli interessati, complice anche il periodo estivo. E, soprattutto, ha preso in contropiede chi, facendo riferimento alle prescrizioni originarie, si era attivato per strutturare i lavori, sobbarcandosi spese cospicue per evitare le sanzioni.

Una concitata corsa alla caldaia che ha finito per gravare sul fabbisogno delle famiglie, in un periodo di incertezza dovuto alla crisi energetica e agli effetti della scarsa disponibilità di gas sul mercato.

Conseguenza, peraltro, anticipata da Assoedilizia che aveva già presentato al Comune un’istanza formale per chiedere una proroga della scadenza, sottolineando come, a seguito della pandemia, si fossero accumulati ritardi e rallentamenti tanto nella gestione delle richieste di allacciamento alla rete di distribuzione del metano sia nella definizione e approvazione dei progetti di conversione dei locali delle centrali termiche e dei serbatoi.

«Siamo sconcertati. Nel richiedere, lo scorso aprile, la sospensione del termine per la metanizzazione obbligatoria degli impianti di riscaldamento, avevamo segnalato le conseguenze a cui sarebbero stati esposti i titolari in caso di ritardo o inadempienza», ha dichiarato il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici, «c’era da fare una semplice valutazione di merito per arrivare a concludere che il mantenimento del termine sarebbe stato del tutto assurdo e sconveniente, sia per i privati che per la Pubblica amministrazione. C’è voluta una decisione del Consiglio di stato per arrivare a un risultato, purtroppo, tardivo. Tra proprietari condòmini e singoli che, nel frattempo, avevano già conferito incarichi professionali, stipulato appalti e acquistato le nuove caldaie, regna l'assoluta incertezza».

Due le strade potenzialmente percorribili: «Trattandosi di un’ordinanza di sospensiva, ci si chiede se dare corso agli interventi di adeguamento, andando incontro a una violazione delle direttive dell’Unione europea contenute nel piano di risparmio energetico “Save gas for a safe winter”, in vigore dal 9 agosto, e al rischio di rincari o razionamenti del gas, oppure attendere, affrontando la situazione che si è venuta a creare e non sapendo se e come il Comune risponderà dei danni causati agli utenti».

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